La Guardia di Finanza ha eseguito oggi, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova sui 49 milioni confiscati in via definitiva alla Lega, una serie di nuove perquisizioni. Le verifiche, secondo quanto si è appreso, riguarderebbero l’Associazione Maroni presidente che sostenne l’allora candidato alle regionali lombarde, Roberto Maroni.
L’inchiesta genovese riguarda i rimborsi elettorali che la Lega avrebbe ottenuto ai danni del Parlamento tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci. Il processo si è concluso lo scorso 6 agosto con una sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati per Umberto Bossi e per il tesoriere Francesco Belsito ma ha confermato la confisca dei 49 milioni. Il nuovo filone riguarda, invece, il presunto riciclaggio di parte di quei fondi, che da settembre il Carroccio sta restituendo allo Stato a rate.
Secondo i pm parte dei 49 milioni sarebbero stati fatti sparire in Lussemburgo attraverso la banca Sparkasse di Bolzano e poi fatti rientrare, in parte, subito dopo i primi sequestri disposti della Procura. La banca ha invece sempre sostenuto che quei fondi (circa 10 milioni) fossero soldi dello stesso istituto, slegati dal partito.
“In merito alle indagini che riguardano un’associazione che porta il mio nome (creata per le elezioni regionali del 2013) preciso di non aver mai avuto in essa alcun ruolo gestionale né operativo. Sono tuttavia certo della correttezza della gestione da parte del presidente e dei consiglieri” scrive sulla sua pagina Facebook, l’ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni.