di Monica Setta
Il messaggio al governo Letta è esplicito, anche se non ancora una lettera di sfratto. Finora, dice Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà nazionale (Confcooperative) e portavoce di Alleanza Cooperative sociali, l’esecutivo di larghe intese è intervenuto soltanto a tappare i buchi, a risolvere cioè l’emergenza. Ma adesso c’ė bisogno di più. Anzi, o si fanno finalmente le grandi riforme strutturali dell’economia oppure per il governo non ci sarà molta strada.
Perchè tanta severità nel giudizio sui primi provvedimenti economici del governo Letta?
“Perchè sino ad oggi il Governo è intervenuto sulle urgenze e non sulle priorità. Ora è necessario avviare politiche di medio – lungo periodo. Senza le riforme istituzionali e sociali il Paese non potrà ripartire. Attendiamo di vedere le misure sul lavoro che sono state annunciate, anche attraverso la riprogrammazione dei fondi comunitari non spesi. Comunque il passo indietro del Governo sulla tassazione delle transazioni finanziarie non è un segnale positivo. La crescita ha bisogno di almeno tre ingredienti: lavoro, innovazione sociale e tecnologica e capitali; serve un modello di sviluppo diverso e una diversa ridistribuzione della ricchezza e quindi un utilizzo diverso del terzo ingrediente: il capitale. Il modello di sviluppo e di crescita degli ultimi decenni ha usato i primi due ingredienti (lavoro e innovazione) prevalentemente per favorire l’accumulazione di capitali”.
Dal 2014 è previsto l’aumento dell’Iva sui servizi di welfare a persone svantaggiate dal 4 al 10%. Che impatto prevedete?
”La legge di stabilità 2013 ha previsto che, a partire dal prossimo anno, passi dal 4 al 10% l’aliquota Iva di asili, case di riposo e Rsa, assistenza domiciliare, comunità per minori, centri per disabili gestiti dalle cooperative sociali. Gli enti locali per far fronte all’aumento dell’Iva di 6 punti percentuali, con le medesime risorse del 2013, nel 2014 forniranno meno servizi sociali agli italiani: si taglieranno i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione: sono a rischio i servizi sociali per mezzo milione di persone. E sono a rischio anche 40 mila posti di lavoro nella cooperazione sociale. Il Governo deve intervenire subito per scongiurare questo aumento che avrà effetti ancora peggiori dell’aumento dell’aliquota ordinaria. Infatti si scaricherà su disabili, persone a rischio di esclusione ed emarginazione, anziani non autosufficienti, insomma sulle famiglie più in difficoltà”.
Che cosa servirebbe a voi, invece, per ripartire?
“Serve considerare il welfare una leva di sviluppo. Rafforzare i servizi sociali, fare una vera riforma dei servizi pubblici locali. Servono deduzioni e detrazioni più incisive sui servizi di cura acquistati dalle famiglie. Oggi è molto maggiore il sostegno fiscale dello Stato all’acquisto di porte e finestre che di servizi di cura per l’infanzia e la non autosufficienza. Da qui al 2020 il numero di non autosufficienti aumenterà del 20%. Una cifra su cui bisogna riflettere”.
Proiezioni per il 2014?
“Nel 2012 l’occupazione nella cooperazione sociale è crescita di oltre il 4% nei primi nove mesi dell’anno. Poi c’è stato un blocco dovuto all’annuncio dell’aumento dell’Iva sul welfare. Quale imprenditore assumerebbe oggi sapendo che tra sei mesi ci sarà un aumento dell’Iva del 150%?”.