Mentre la manovra arriva in Commissione Bilancio al Senato, con il secondo pacchetto di emendamenti da discutere e approvare, il premier Giuseppe Conte lancia già il cuore oltre l’ostacolo e pensa al futuro del governo giallorosso annunciando che a gennaio verrà fatta una verifica sulla tenuta dell’esecutivo. “Una volta che sarà approvata la manovra, ci dedicheremo a un progetto per un futuro migliore per il nostro Paese e a progettare le riforme strutturali necessarie, e una magna pars del tavolo sarà dedicata a un programma per realizzare in modo più efficace gli investimenti”.
Parla anche di “Cronoprogramma” e di priorità da realizzare tutti insieme, senza dare l’impressione di giocare partite separate come è avvenuto negli ultimi tempi: “Il Paese chiede chiarezza, non possiamo proseguire con dichiarazioni o differenti sensibilità, sfumature varie e diversità di accento”, assicura e aggiunge: “Non ho nessun motivo in questo momento per dubitare che l’impegno che verrà fuori da parte delle forze di maggioranza sarà fino al 2023. Se le forze politiche dovessero rispondere diversamente, perché hanno un orizzonte diverso, ce lo diranno e ci confronteremo”.
A dar man forte alle esternazioni del presidente del Consiglio, il ministro Luigi Di Maio: “La condivisione interna di dover stilare un’agenda con precise priorità per il Paese, come chiesto già settimane fa dal Movimento 5 Stelle, dimostra che ci sono le basi per fare ancora meglio. E in questa cornice, di condivisione e convergenza di vedute, il governo deve andare avanti su temi fondamentali per gli italiani come la casa, la sanità, il lavoro. Penso sia dunque doveroso stilare una lista di priorità, andando anche a individuare le tempistiche per l’approvazione di importanti provvedimenti, vale a dire un cronoprogramma da gennaio”.
Anche il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti si trova d’accordo con Conte e con l’alleato pentastellato: “Con il presidente Conte lavoriamo ad una nuova Agenda 2020 per riaccendere i motori dell’economia, per creare lavoro, per sostenere la rivoluzione verde, per rilanciare gli investimenti, per semplificare lo Stato, per sostenere la rivoluzione digitale, per le infrastrutture utili, per investire su scuola, università e sapere”.