di Antonello Di Lella
La regione Abruzzo presenta il conto agli imputati di Sanitopoli. E si tratta di un conto molto salato: un maxi risarcimento da 146 milioni di euro quello chiesto dall’avvocato Daniele Benedini in rappresentanza dell’ente, parte civile nel processo sul presunto giro di tangenti nella sanità abruzzese. A saldarlo, secondo il legale della regione Abruzzo, dovrebbero pensarci a vario titolo i 25 imputati del processo, tra cui l’ex governatore Ottaviano Del Turco. “Fiumi di denaro sono stati sottratti ai cittadini abruzzesi”, ha affermato duramente l’avvocato nella requisitoria, “il denaro è il movente di ciascuna attività criminosa che ha portato a una sistematica violazione delle norme”. Cifre che la parte civile ha quantificato in 65 milioni per il danno patrimoniale (di cui 33 di provvisionale immediatamente esecutiva) più altri 81 milioni. Totale 146.
Il difensore degli interessi della Regione ha puntato il dito contro i 25 imputati definendoli “traditori della pubblica amministrazione”. Imputati, che vale la pena ricordare, appartengono a entrambi gli schieramenti politici. Sono due, infatti, le associazioni per delinquere finite al centro dell’inchiesta sul sistema sanitario abruzzese: la prima, in ordine di tempo, targata centrodestra e la seconda firmata centrosinistra. Tra le richieste di condanna dei pm, infatti, oltre a quella per Del Turco (12 gli anni richiesti), spiccano nomi di esponenti politici e di amministratori appartenenti a differenti colori politici. Tra questi l’ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu per cui sono stati chiesti nove anni di reclusione e l’interdizione legale dai pubblici uffici, l’ex manager dell’Asl di Chieti Luigi Conga (11 anni più l’interdizione), Camillo Cesarone (10 anni) ex sindacalista del gruppo Villa Pini, nonché capogruppo del Pd in Consiglio regionale durante la Giunta Del Turco, Lamberto Quarta all’epoca dei fatti segretario delle presidenza del Consiglio regionale (9 anni), oltre ad altri ex assessori e amministratori tanto di destra quanto di sinistra. Tre anni, inoltre, sono stati richiesti per Vincenzo Maria Angelini, il grande accusatore di Del Turco, nonché ex patron della clinica privata Villa Pini. E una pioggia di quattrini di risarcimento era stata già chiesta nella scorsa udienza dalla cliniche private e dalle Asl (Pescara, Chieti, Teramo, L’Aquila, Lanciano Vasto) costituitesi parte civile, perché danneggiate dal presunto sistema illegale ipotizzato dai pm pescaresi: danno quantificato complessivamente in 100 milioni di euro. Il processo, intanto, prosegue speditamente.