Il Partito democratico non voterà il disegno di legge, oggi in aula alla Camera, per impedire l’entrata invigore il primo gennaio della norma che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, presentato dall’esponenete di FI Enrico Costa. A sgomberare il campo dagli equivoci è il deputato dem e membro della commissione Giustizia a Montecitorio Walter Verini.
“Il problema di votare il ddl Costa non si pone. Al di là del merito sulla prescrizione, su cui è legittimo che ogni forza politica si esprima come crede, il Pd eviterà di prestare il fianco a questo tentativo di forzare la mano su un tema su cui la maggioranza è impegnata in maniera molto seria in un confronto costruttivo per evitare che la prescrizione entri in vigore senza misure chiare e precise che abbrevino i processi, come prevede la Costituzione peraltro”.
Il Pd è determinante in questa partita. Per vent’anni avete contrastato Berlusconi sul tema della giustizia…
“La posizione del Pd è quella di garantire una ragionevole durata dei processi nell’interesse dello Stato e del cittadino. Sulla questione del ddl Costa credo che si stia facendo una strumentalizzazione e soprattutto vedo un grave rischio che nella corsa legislatura ci siamo impegnati a depotenziare, vale a dire uno scontro politico forte sui temi della giustizia. Uscivamo da vent’anni in cui la giustizia era stato un terreno di scontro con leggi ad personam e contra personam Negli ultimi tre anni, in particolare, con Andrea Orlando ministro della Giustizia, siamo riusciti a neutralizzato questo scontro, a fare leggi di sistema e non a favore o contro qualcuno”.
Quindi Di Maio non ha motivo di temere “un ritorno ai tempi berlusconiani”?
“Di Maio dovrebbe ricordare che il Pd nella scorsa legislatura ha approvato tutta una serie di provvedimenti, dalla ri-penalizzazione del falso in bilancio, all’introduzione del reato di autoriciclaggio, dalla riforma del 416 ter sullo scambio politico-mafioso alla modifica sulle norme dei beni confiscati alle mafie. Abbiamo fatto nascere l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione, ndr) e con il M5S abbiamo introdotto la norma whistleblowing a tutela di chi, nella Pubblica Amministrazione, denuncia chi commette reati: questo per dire che sui temi della lotta alla corruzione siamo sempre stati inflessibili. E aggiungo che per alcuni reati abbiamo raddoppiato i tempi della prescrizione: oggi il reato di corruzione si prescrive in 18 anni, quello di concussione in oltre 20, il falso in bilancio in 13/14 anni, l’abuso d’ufficio in sei anni e sei mesi. Siamo noi del Pd ad averli riparametrati, le accuse dei 5Stelle sono mal indirizzate. Il tema è un altro: i reati vanno puniti in un tempo congruo ma i cittadini hanno il diritto a non essere ingabbiati per una vita nelle maglie della giustizia. Non siamo contrari per principio preso allo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ma occorre contestualmente una riforma del processo penale che garantisca una durata ragionevole dei procedimenti. Peraltro sono le stesse posizioni dell’Anm e degli avvocati penalisti che stanno scioperando. La nostra è una posizione di dialogo e ci spettiamo che nei prossimi giorni nel confronto con il ministro Bonafede e all’interno della maggioranza prevalga il buonsenso”.
Cosa proporrete a Bonafede?
“Ci sono vari aspetti su cui discutere ma la vera necessità è quella di avere norme che garantiscano i diritti sanciti dalla Costituzione italiana. A differenza che nella precedente compagine governativa, noi non abbiamo un contratto coi 5Stelle, abbiamo fatto un accordo diverso: vogliamo avere un diaologo costruttivo per arrivare a obiettivi condivisi nell’interesse dei cittadini”.