Lo tsunami provocato dall’inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open, la cassaforte di Matteo Renzi, ha riaperto il dibattito sul finanziamento ai partiti e sulle attività di lobbying. A sorpresa ieri l’ex ministro Luca Lotti, che a Milano ha riunito la sua corrente Base Riformista e che in passato ha avuto un ruolo di primo piano proprio all’interno di Open, ha così sostenuto che serve una legge sulle lobby. Sulla stessa linea anche il deputato dem Emanuele Fiano: “Non abbiamo finito di legiferare. Deve essere regolamentata l’attività di gruppi di interesse, le lobby”.
Lotti ha poi anche specificato di aver fatto parte di chi ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti, che lo rifarebbe e che ci sono anche altre situazioni su cui dibattere, da “una sentenza in giudicato per 49 milioni che un partito è stato condannato a restituire” a “un partito movimento che è gestito guidato da una srl”. “Prima di tornare indietro – ha però ribadito l’ex ministro – si può discutere una legge sulle lobby o il finanziamento ai partiti dalle associazioni o dalle fondazioni”.
A pentirsi invece dell’abolizione del finanziamento pubblico è stato il portavoce di Base Riformista, Andrea Romano. “Abbiamo sbagliato ad abolire il finanziamento pubblico ai partiti – ha dichiarato il deputato dem – pensavamo in buona fede che avrebbe innestato un circuito virtuoso di finanziamento civico, ma ha impoverito la politica, l’ha resa meno forte e crea zone d’ombra che vanno sanate. Io sarei favorevole a inserirlo di nuovo”.