Ora che il governo sembra fare quadrato, la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia diventa più concreta. Luigi Di Maio non ha dubbi: “Si va verso la revoca. Devo ringraziare il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli perché è andata oltre le mie aspettative. Siamo in dirittura d’arrivo: revochiamo queste concessioni ai Benetton”. A dargli man forte è Beppe Grillo in persona, che rilancia un post del Blog delle Stelle con la prima puntata di Autostrade story, la storia della concessione autostradale ottenuta dai Benetton più di 20 anni fa “a condizioni di favore senza eguali”. Grillo commenta con un inequivocabile “è tempo di cambiare”. “Sulla revoca della concessione ad Autostrade – interviene ancora il capo politico dei Cinque stelle – non faremo un passo indietro. Tutto il Movimento, da me a Beppe Grillo a ogni singolo eletto e attivista, è determinato”. Grillo e Di Maio? “Capisco”, replica il premier, “tra poco conosceremo l’esito di un’attività istruttoria molto laboriosa. Non faremo sconti”.
Pesano come pietre le parole della Procura ligure su Aspi: reiterata sottovalutazione dei pericoli, controlli assenti se non inaffidabili e falsificati. Nel mirino viadotti a rischio crollo. Accuse che la società respinge: “Tutti i viadotti della rete autostradale gestita da noi sono sicuri ma reagiremo a ogni segnalazione di criticità”, dichiara in un’intervista il nuovo ad Roberto Tomasi. “Il nostro obiettivo è tutelare l’interesse pubblico non quello privato”, ha detto a più riprese Giuseppe Conte. Il numero uno del Mit rilancia: “Non è una questione politica, ma di difesa, la migliore possibile, dell’interesse pubblico”. Il giorno prima in Parlamento De Micheli aveva espresso la necessità di una revisione complessiva delle concessioni autostradali, “senza sconti a interessi privati”. Musica per le orecchie del M5S.
Con Di Maio, anche il ministro dello Sviluppo economico spende parole di stima per la sua collega. “Il procedimento amministrativo va portato a termine nell’interesse generale del Paese”, ribadisce Stefano Patuanelli. “Il sistema delle concessioni va rivisto: doveva portare maggiore manutenzione, investimenti e prezzi più bassi”. Invece è avvenuto il contrario. Atlantia e Benetton “non hanno fatto quello che dovevano fare”. Secondo l’esponente M5S “l’alternativa immediata non potrebbe che essere Anas ma poi bisognerà fare una valutazione, compito che spetta alla De Micheli che sta facendo un ottimo lavoro”. Il ministro dice no a un unico soggetto per gestire la rete: una possibile soluzione sarebbe quella di modelli “infraregionali”. Il governo avrebbe proposto ad Autostrade per l’Italia una compensazione: bloccando o abbassando le tariffe e prevedendo la gratuità della percorrenza su alcuni tratti della rete.
Offerta respinta dalla società. Il documento redatto dal gruppo di lavoro messo in piedi dal precedente ministro Danilo Toninelli indica che ci sono le condizioni per annullare la concessione. Ma, nel caso il ritiro delle concessioni avvenisse, lascia intravedere il rischio di una battaglia legale. L’esecutivo potrebbe avanzare la richiesta di risarcimento ad Atlantia per i danni legati al crollo del Morandi e i Benetton chiedere il diritto all’indennizzo (20-25 miliardi). “Sono morte 43 persone perché un ponte da un momento all’altro gli è crollato sotto i piedi. Le loro famiglie ancora stanno piangendo. Chiedono giustizia. Gliela daremo. Costi quel che costi”, dice Di Maio.