L’emendamento inserito nel decreto Sisma, approvato in Commissione e ieri al vaglio dell’Aula di Montecitorio, è stato salutato con grande giubilo: saranno sospesi fino a dicembre 2020 gli aumenti delle tariffe autostradali su A24 e A25. A darne notizia è stata già qualche giorno fa la deputata Pd aquilana, Stefania Pezzopane. I pendolari abruzzesi, insomma, sono salvi. E tutto è merito non solo dell’impegno della stessa Pezzopane, ma anche dell’accordo in maggioranza per cui avrebbe garantito da una parte il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e dall’altra il viceministro dell’Interno Vito Crimi.
Peccato, però, che pochi siano andati a vedere l’altra faccia della medaglia o, se si vuole, il prezzo da pagare per garantire il blocco dei rincari per gli automobilisti che transiteranno per la Roma-L’Aquila-Teramo-Pescara. A leggere per intero l’emendamento, infatti, si scopre che la norma inserita riporta le tariffe ai livelli di quelle in vigore nel 2017 e, contestualmente, sospende l’obbligo da parte di Strada dei Parchi (il gruppo Toto, concessionario di A24 e A25), di corrispondere all’Anas la rata di quasi 56 milioni di euro a titolo di concessione, compresi gli interessi.
L’articolo 9-bis, in cui è contenuta questo piccolo regalo “ad Totum”, specifica anche quando dovrà essere corrisposto l’ammanco: “Il concessionario delle Autostrade A24 e A25, al termine della concessione, effettua il versamento all’Anas spa della rata del corrispettivo sospesa”, si legge al comma 3. E di quando parliamo, dunque? Secondo quanto specificato nell’ultima relazione della “Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali” di luglio, la concessione relativa a Strada dei Parchi scadrà il 31 dicembre 2030. Insomma, una deroga lunga più di dieci anni. Eppure parliamo, stando alle schede ministeriali, di guadagni a dir poco ghiotti.
Nel 2017 (ultimo anno a disposizione) i ricavi dalla gestione autostradale sono stati pari a 197 milioni di euro. E la tariffa? Nella stessa relazione si registra una variazione dal 2009 al 2016 del 56%. E la sicurezza? Si potrebbe fare decisamente meglio. Sono ancora i dati del report a parlare per tutti: solo il 35% dell’autostrada è coperta da pavimentazione drenante e, se le colonnine SOS sono 429, non c’è lungo tutta l’autostrada neanche un rivelatore di nebbia. Non solo: le visite ispettive nel 2017 sono state 32, le “non conformità riscontrate” ben 365.