È notizia di questi giorni: secondo l’inchiesta portata avanti dalla Procura di Firenze, tra i finanziamenti su cui si indaga, diretti alla Fondazione Open vicina a Matteo Renzi e chiusa proprio dopo che l’ex premier aveva perso la sua leadership, ci sarebbero anche quelli arrivati dal Gruppo Gavio e dalla famiglia Toto, tra i maggiori concessionari autostradali dopo la famiglia Benetton.
Come si legge nella chiusa del decreto di perquisizione che ha portato le Fiamme Gialle ad acquisire documenti in varie società in tutta Italia (e anche proprio nella sede di Gavio), bisogna “accertare quali siano in dettaglio, i rapporti instauratisi tra la Fondazione Open e i soggetti finanziatori della Fondazione”. C’è da dire, però, che non bisogna affatto sorprendersi che dai concessionari arrivino soldi alla politica. Come La Notizia è in grado di ricostruire, consultando i tabulati delle dichiarazioni congiunte sui finanziamenti privati alla politica depositati in Parlamento, per anni i “signori del casello” hanno foraggiato partiti e singoli esponenti della vita pubblica italiana.
ELENCO INFINITO. La lista è piuttosto lunga. I contributi elargiti da Autostrade spa (prima che diventasse Atlantia) partono da lontano e toccano anche partiti ormai estinti. Come Alleanza Nazionale, che ha beneficiato nel 2006 di un contributo di 150mila euro. Piccolo particolare: quando è arrivata la donazione? Il 4 aprile. Cinque giorni prima delle elezioni politiche. Il voto incorona però l’altro schieramento, tanto che a diventare presidente del Consiglio è Romano Prodi. E allora, a maggio, Autostrade pensa bene di devolvere altri 150mila euro al “Comitato per Prodi 2006”. Altri 150mila euro, ancora, vengono elargiti sia alla Margherita che ai Ds pochi giorni dopo (a giugno). Ma in quel periodo a godere di donazioni (sempre gli imprescindibili 150mila euro) sono praticamente tutti: Forza Italia, Udc, Udeur e Lega che ancora conservava nella dicitura il “Nord”.
Ma non è finita qui. A titolo personale il patron Luciano Benetton ha fatto piccole donazioni al Partito Repubblicano, con cui è stato pure senatore dal 1992 al 1994. Non c’è, però, solo Autostrade per l’Italia. Torniamo, allora, al gruppo Gavio, che ha finanziato negli anni Forza Italia per 90mila euro. Ma la rete è più intricata di quel che si possa pensare. Gavio, infatti, ha elargito contributi anche tramite altre due controllate, Sina spa e Sineco spa, che si occupa proprio di “attività ispettive volte alla verifica dello stato conservativo di strutture complesse quali ponti e viadotti” come si legge nella presentazione societaria.
Ebbene, la prima ha finanziato Forza Italia nel 2008 per 50mila euro, proprio qualche mese dopo le elezioni politiche del 2008 che avevano incoronato Silvio Berlusconi; con la seconda, invece, nel 2004 erano stati elargiti 12.500 euro a uno dei leader della coalizione opposta, Pier Luigi Bersani. Finita qui? Certo che no. Nella galassia di Gavio ritroviamo anche Interstrade spa che si occupa di costruzione di ponti. Nel tempo la società ha finanziato praticamente tutti: nel 2001 ha elargito 50 milioni di lire ai Ds e 150 a Forza Italia, nel 2005, invece, ha preferito donare 50mila euro ad An.
FORZA COMPAGNI! Ma il nostro viaggio è decisamente lungo anche da un punto di vista temporale: addirittura nel 1985, in qualità di amministratore della società Satap (Società Autostrada Torino Alessandria Piacenza), Giorgio Ardito versò 12 milioni di lire all’allora Partito Comunista. Qualche tempo dopo è la Toto costruzioni, che rientra nella grande famiglia della holding guidata da Carlo Toto (nella foto) in cui ritroviamo pure la Strada dei Parchi spa (che gestisce quasi 300 km di autostrada), che decide di credere in un nuovo progetto politico. E nel 2001 finanzia per 100 milioni di lire la Democrazia europea, partito d’ispirazione cattolica e centrista, fondato e guidato da Sergio D’Antoni. Peccato abbia avuto vita brevissima: fu disciolto l’anno successivo.
Anche Toto, però, non si ferma qui. E allora, sempre nel 2001, finanzia per 20 milioni di lire i “Ds Gauche Valdotaine Val d’Aosta” e, con altri 100 milioni, pure Forza Italia. Nel 2006, troviamo un altro finanziamento da 50mila euro da parte del nipote del patron, Daniele Toto. L’andazzo, dunque, va avanti da tempo. La Fondazione Open, insomma, era in dolce compagnia.