Sul tema della prescrizione si è riaperto in Parlamento un fronte di guerra. Oggi in conferenza dei capigruppo alla Camera si dovrà decidere se calendarizzare con procedura d’urgenza il disegno di legge Costa, che punta a sterilizzare lo stop alla prescrizione dopo una sentenza di primo grado a partire dal 1 gennaio prossimo, come previsto dalla legge Spazzacorrotti varata dal precedente Governo gialloverde. Difficilmente verrà presa una decisione all’unanimità e dunque con ogni probabilità la scelta spetterà all’Aula, dove il Movimento 5 Stelle potrebbe trovarsi isolato a difesa del provvedimento e la linea di Forza Italia, oltre che dalle altre forze di centrodestra, potrebbe essere appoggiata sia dal Pd che da Italia Viva. Una vicenda che rischia di mandare ko il Conte 2.
IL PUNTO. Con lo Spazzacorrotti, considerando che soprattutto i processi per reati contro la pubblica amministrazione finiscono con estrema frequenza in prescrizione, è stato stabilito di stoppare il decorrere della stessa prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Una riforma che entrerà in vigore il 1 gennaio e solo per i reati commessi dal 1 gennaio 2020 in poi. Uno stop approvato con l’impegno a riformare contestualmente l’intero sistema della giustizia, garantendo tempi certi e giusti nei processi, affinché, bloccando anche i termini di prescrizione, un imputato non si ritrovi per anni con un’accusa sulla testa senza riuscire a ottenere una sentenza che lo condanni o lo assolva in via definitiva. Caduto il Conte 1 e con un accordo sulla giustizia ancora difficile nel Conte 2 tra M5S e Pd, la riforma della giustizia non è però ancora stata neppure discussa nelle aule parlamentari e tra circa un mese scatterà lo stop alla prescrizione. Un particolare che ha portato a una levata di scudi da parte del centrodestra, dell’avvocatura e delle stesse forze di centrosinistra che sostengono l’esecutivo.
MANOVRE FORZISTE. L’avvocato e deputato azzurro Enrico Costa (nella foto) ha presentato un disegno di legge per cancellare dallo Spazzacorrotti lo stop alla prescrizione. Una norma che oggi la conferenza dei capigruppo dovrà decidere se discutere subito. Anche se non passasse la procedura d’urgenza, è però probabile che prima della fine dell’anno il disegno di legge venga comunque discusso dall’aula e approvato tanto dalla Camera quanto dal Senato. Mentre M5S difende il provvedimento che ha fortemente voluto e non appare disposto a ulteriori rinvii per l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione, Italia Viva è da sempre contraria allo stop e lo stesso Pd, che a più riprese ha detto no alla riforma in assenza di una riforma generale della giustizia, potrebbe votare insieme al centrodestra. Un’eventualità che rischia di dare il colpo di grazia al già fragile esecutivo giallorosso.
IL GUARDASIGILLI. “Sento un po’ di discorsi su chi deve vincere. A me non interessa. Io ritengo – ha dichiarato ieri il ministro della giustizia Alfonso Bonafede – che in Italia sia una conquista di civiltà il fatto che se si arriva alla sentenza di primo grado, dopo non è più possibile che il processo cada nel nulla. A quel punto lo Stato si deve sentire obbligato a dare una risposta di verità e giustizia”. Ancora: “Stiamo facendo in modo che che il processo sia più celere”.