di Gaetano Pedullà
Togli il doping a un drogato e vedi l’effetto che fa. Ecco. Ieri sui mercati finanziari è successa la stessa cosa.La Federal Reserve – cioè la banca centrale americana – ha annunciato che inizierà a ridurre gli aiuti all’economia Usa; a iniettare un po’ meno degli 85 miliardi di dollari con cui sta sostenendo le imprese e la crescita a stelle e strisce. Le Borse sono crollate, bruciando solo in Europa 230 miliardi di euro. Vendite da panico su tutte le piazze: Parigi, Francoforte e Londra non hanno fatto meglio delle solite Cenerentole Milano, Madrid e Lisbona.
Una giornata orribile, dall’Asia a Wall Street, che ha ridicolizzato i sorrisi e le strette di mano dei leader del pianeta appena tornati da un vuoto G8. Certo, l’estate è da sempre il periodo migliore per far partire grandi ondate speculative. Ma qui siamo di fronte a un nuovo shock emotivo. Non c’è fiducia sulla capacità degli Stati di trovare una via d’uscita alla crisi. Tant’è vero che dopo mesi di calo, ieri è tornato a salire il valore dell’oro, il bene rifugio per eccellenza. Le conseguenze che tutti rischiamo di pagare adesso sono due. La prima è rivedere quel film dell’orrore già visto tante volte, con il valore di borsa di grandi aziende ridotto a spiccioli, una nuova stretta (se mai si fosse allargata la cinghia!) al credito bancario, il rinvio di investimenti e opportunità di nuova occupazione. La seconda conseguenza, il ritorno del balletto dello spread tra titoli di Stato, con la forbice tra buoni del Tesoro italiani e quelli tedeschi (considerati più sicuri) che già ieri è volato a quasi 300 punti. Questo significa che ancora una volta i sacrifici imposti con ogni genere di tasse (non c’è solo l’Imu e l’Iva) saranno divorati dai mercati finanziari. Una finanza senza regole che gode di una politica senza attributi. Tanto paghiamo noi. Paghiamo sempre.