Mentre anche Matteo Salvini viene colpito da una nuova inchiesta giudiziaria, sembra si allarghi quella che colpisce il tesoriere della Lega, Giulio Centemero (nella foto). Secondo quanto ieri scriveva Il Fatto Quotidiano, il leghista, già indagato per finanziamento illecito per finanziamento illecito per 250 mila euro che la onlus leghista “Più Voci” ha ricevuto tra dicembre 2015 e febbraio 2016 dalla Immobiliare Pentapigna Srl, società che in passato era riconducibile all’imprenditore Luca Parnasi, sarebbe stato oggetto di un’analisi pre-investigativa ad opera del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza.
In quel documento si parlava di un’operatività “finanziaria anomala” e si segnalavano “14 segnalazioni di operazioni sospette” riguardanti alcuni soggetti in orbita leghista, anche se le operazioni di cui si parla non sono oggetto di alcuna inchiesta. Come si sa, l’indagine è stata chiusa: i magistrati nei prossimi giorni decideranno se chiedere il processo o meno. Nel frattempo, però, spunta ora anche quest’analisi riversata poi in un’informativa del gruppo investigativo criminalità economico-finanziaria. Si comincia dunque dai 250 mila che la “Più Voci” riceve in passato dalla Immobiliare Pentapigna. Parte di questo denaro – 50 mila euro – “è stato a sua volta bonificato sul conto corrente” di Radio Padania.
“Quest’ultima – continuano i finanzieri – tra il 2016 e il 2017 ha trasferito 368.565 euro […] alla Sdc srl a titolo di pagamento fatture”. Poi i soldi dalla Sdc srl arrivano “tramite bonifici con causale riferita a fatture” a diversi soggetti: Centemero, Alberto Di Rubba (estraneo all’indagine romana) e Andrea Manzoni, revisori legali della Lega alla Camera e al Senato. Secondo un altro documento, a Di Rubba sono arrivati 198 mila euro, a Manzoni 171 mila, a Centemero circa 62 mila. Dalla Sdc Srl partono anche due bonifici verso società che gravitano intorno alla Lega: la Dea Consulting srl (poi divenuta Partecipazioni Srl, con amministratore unico Di Rubba), e la Studio Cld srl, di cui era unico socio la Partecipazioni Srl. Ma non è tutto.
È la conclusione dell’analisi a rivestire importanza: “Alcune delle suddette società – riporta dettagliatamente Il Fatto – si pongono come mero tramite rendendo conseguentemente dubbia l’effettività oggettiva e soggettiva delle prestazioni resa da o nei confronti delle stesse e delle giustificazioni causali sottese ai relativi pagamenti”.