A volte ritornano. E lo fanno pure in fretta, che resistere più di qualche ora senza esternare al mondo il proprio pensiero sui social deve essere un supplizio. Non stiamo parlando di millenials in fissa con Instagram e Tik Tok o di nerd solitari malati di nuove tecnologie. Stiamo parlando del twittatore compulsivo Carlo Calenda. In attesa di lanciare domani mattina alle 11 a Roma la sua creatura politica “Azione”, che ci auguriamo lo assorba più di quanto non lo facciano le grigie aule di Bruxelles e Strasburgo, l’europarlamentare di Siamo Europei ma eletto (anche) coi voti del Partito Democratico che lo ha candidato capolista nella circoscrizione nord-est, nel giro di 48 ore ha postato ben due video.
Opere fondamentali in cui il nostro campione spiega a noi poveri mortali, nella migliore delle ipotesi disinformati, nella peggiore (e crediamo condivisa dall’ex ragazzo dei Parioli pupillo di Luca Cordero di Montezemolo) analfabeti funzionali, la “verità” sul caso dello stabilimento ex Ilva. Perché lui ovviamente la verità ce l’ha in tasca. “Io sono io e voi non siete un…” come direbbe il Marchese Onofrio Del Grillo. Il tono è quello, già. Perché i “Bignami” di Calenda “contro le baggianate dei tuttologi” sprizzano saccenza da tutti i pori – e questa non è una novità – , salvo poi rispondere a tutti, troll e tuttologi del web compresi, come se non ci fosse un domani.
Dando un’occhiata al suo profilo Twitter, è infatti questo quello che balza agi occhi: come Calenda abbia una “parola buona per tutti”, con un certo stile e una certa ironia, va detto. Non manda bacioni ma anch’egli, come un altro ben noto leader politico fissato con i social, non resiste alle provocazioni. E tra una frecciatina a D’Alema, “E a grande richiesta tra le attrazioni del Circo Barnum Ilva arriva anche Massimo D’Alema. Esperto di acciaio di livello mondiale e da ultimo anche conoscitore dell’economia circolare”, e i soliti insulti agli “incapaci” al Governo e a Matteo Renzi, di cui ormai abbiamo perso il conto, non risparmia neppure tal “Il banchiere Bruno” apostrofato “delinquentello anonimo” o tal “Il signor Ernesto”. ci manca la famigerata casalinga di Voghera e poi siamo tutti.
Ndo cojo cojo. Che poi è il gentile commento che Carlo ha riservato all’annuncio da parte del leader di Italia Viva di voler aprire a tutti, destra, sinistra e Forza Italia. Ma tornado alle dotte disquisizioni su contratti, commissari, scudi penali e inchieste della magistratura a Taranto, possiamo dormire sonni tranquilli: l’immarcescibile ex ministro dello Sviluppo Economico – voluto da Renzi, sempre bene ribadirlo – prenderà in mano la situazione e come il Titano Atlante che portava sulle spalle la volta celeste, si caricherà e incaricherà di portare avanti le magnifiche sorti e progressive nientedimeno della politica industriale del nostro Paese. “Sono 18 mesi che non parlo con i Mittal. Oggi li chiamo. Perché tra le follie della Morselli e quelle del Governo qui stiamo distruggendo la capacità industriale del paese”. Così esternava su Twitter – dove sennò – qualche giorno fa. Chissà se alla fine una telefonata al signor Lakshmi Mittal l’avrà fatta. Se Non Ora Quando?