Tutto è nato sui social, che ormai sono parte integrante di qualsiasi strategia politica e comunicativa che si rispetti, ma nel giro di qualche giorno il flash mob organizzato a Piazza Maggiore a Bologna, in concomitanza con l’apertura della campagna elettorale del centrodestra affidata al leader maximo Matteo Salvini al PalaDozza, è diventato un vero e proprio fenomeno nazionale. Le “sardine” stanno allargando il loro raggio d’azione oltre i confini dell’Emilia Romagna, dopo l’incredibile successo dell’evento madre nel capoluogo emiliano e dopo aver bissato a Modena dove si sono ritrovati in settemila nel giorno dell’arrivo di Salvini in città, già sono stati annunciati eventi fuori regione.
Da nord a sud, il movimento che nelle parole del suo ideatore Mattia Santori, è “la più grande risposta al populismo di destra” sta prendendo sempre più piede: il primo appuntamento previsto è per domani a Sorrento, con gli hashtag “#SorrentoNonAbbocca e #SorrentoNonSiLega e si svolgerà anche in questo caso in concomitanza con l’arrivo del leader della Lega nella cittadina costiera. “Siamo i ‘Fravagli’ – scrivono su Facebook – figli delle sardine bolognesi, appena nati, croccanti e napoletani”. E come i “genitori” anche loro si stringono e si spostano in gruppo, non ammettono bandiere e simboli di partito, nonostante si tratti di un appuntamento chiaramente politico in chiave anti salviniana: “Nessuno vuole impedire a Salvini di esprimere le sue opinioni nella conferenza stampa organizzata, anche per questo è stata scelta una location leggermente distante. Vogliamo, però, ribadire il nostro totale disaccordo con la sua politica e le sue idee. Ci incontriamo perché alla politica della paura, dell’odio, dei muri preferiamo rispondere con l’incontro, la cultura, l’ironia”.
Da Sorrento a Napoli il passo è breve e anche nella città partenopea sardine in azione il 30 novembre prossimo, con le stesse modalità: “chiamata” sui social e flash mob in piazza. Ma il 30 sarà anche il giorno della protesta silenziosa in concomitanza con la cena elettorale del leader leghista a Firenze con mille militanti del Carroccio al Tuscany Hall per dare il via ufficiale alla campagna per le elezioni regionali della primavera 2020 in Toscana. E come già accaduto a Bologna e a Modena, anche nel capoluogo toscano i partecipanti scenderanno in piazza con lo slogan “La Toscana non si Lega”, coordinati da Bernard Dika, 21 anni, ex millennials della direzione Pd all’epoca della segreteria Renzi.
L’iniziativa ha già registrato in pochi giorni quasi 26 mila adesioni su Facebook, numeri simili – 28 mila membri – anche per le sardine pugliesi. Quota 8mila, invece, per la mobilitazione a Genova il 28 novembre in piazza De Ferrari. E Mentre la mobilitazione in Emilia Romagna continua, sabato a Reggio Emilia e domenica a Rimini dove la candidata Lucia Borgonzoni inaugurerà una nuova sede della Lega, Salvini, dopo un’iniziale sottovalutazione e anche un certo disprezzo del fenomeno, ha cambiato strategia affermando di voler andare in piazza con loro per abbracciarli: “Sardine? Sono un valore aggiunto, andrò in piazza a ringraziare. Mi piacciono questi ragazzi, danno valore e importanza a ogni mia presenza. Alle prossime occasioni mi propongo di andare a salutarli e a ringraziarli. Non vedo l’ora di abbracciarli”.
Tutto ciò in evidente contraddizione con quanto affermato dalla stessa Borgonzoni che, commentando la presenza dei ragazzi a Modena lunedì sera, li aveva definiti “il sintomo della malattia della sinistra emiliana”. Non proprio un complimento.