Finora se l’è cavata lasciando la ribalta dei riflettori al suo Capitano. Tanto in tv quanto nelle uscite nelle pubbliche, come è accaduto anche giovedì nell’evento al PalaDozza di Bologna, storica roccaforte della sinistra, dove si decideranno le sorti delle prossime regionali. Ma, martedì prossimo, la candidata governatrice del centrodestra in Emilia Romagna, la leghista Lucia Borgonzoni, non potrà contare sul carisma dirompente di Matteo Salvini. Dovrà vedersela da sola, nello studio televisivo di Cartabianca su Rai Tre, nel primo faccia a faccia con il governatore uscente Stefano Bonaccini (nella foto) che l’ha sfidata pubblicamente nei giorni scorsi a cimentarsi nel singolar tenzone. Un confronto serrato di 45 minuti in cui a farla da padrone saranno i temi strettamente regionali, dalla sanità al lavoro, dalle imprese locali al welfare, idee su progetti concreti e contingenti.
Sarà questa la strategia del governatore attuale, e candidato del Partito democratico, Bonaccini che stando ai sondaggi gode di un favore del 45,5%, mentre la sua sfidante, è al 44%: far capire ai telespettatori (e soprattutto gli elettori emiliano-romagnoli) che si tratta di un voto regionale non nazionale, di una fiducia da accordare all’uno o all’altra non al Governo Conte bis. L’Emilia Romagna non è l’Umbria, la cui giunta di sinistra è caduta sotto il peso delle inchieste giudiziarie, il Capitano lì ha avuto gioco facile nel cavalcare i suoi slogan e i suoi temi forti, nel dare alla competizione locale un respiro politico nazionale e, soprattutto, nel catalizzare l’attenzione esclusivamente su di sé.
Ma Bonaccini non è Vincenzo Bianconi, il candidato civico messo in campo in Umbria dai 5 Stelle e dal centrosinistra che non ha potuto fare altro che “soccombere” di fronte alla massiccia e debordante campagna elettorale messa in campo da Salvini, vero protagonista e mattatore che ha rubato la scena a tutti, compresa alla sua candidata, oggi governatrice, Donatella Tesei. Strategia che il leader della Lega sta riproponendo anche in Emilia Romagna: è stato ovviamente lui la superstar del PalaDozza. A Bologna pensando a Roma. Le sue dichiarazioni non lasciano dubbi: “Se anche qui come in Umbria sceglieranno il futuro, il cambiamento, la Lega e il centrodestra qualcuno a Roma ne dovrà prendere atto. Sono orgoglioso che la Lega sia protagonista di questa nuova speranza di cambiamento a livello locale ma anche nazionale”.
Un “anche” con cui Matteo ammette che l’Emilia Romagna è quasi relegata a pretesto, un mezzo con il quale raggiungere il fine ultimo di tonare a palazzo Chigi. “Da cambiare è il governo delle tasse e degli sbarchi, di manette e povertà. Un governo che fa scappare le imprese è un nemico degli italiani. L’obiettivo è restituire speranza e futuro e tornare anche al governo a livello nazionale, perché ogni giorno perdiamo un’azienda e non ce lo possiamo permettere. Se a gennaio chiuderà l’Ilva sarà un disastro”. E non lascia margine di dubbio neanche lo show che andato in scena allo stadio bolognese: Salvini protagonista, Borgonzoni comprimaria, o sarebbe meglio dire spalla, con il giornalista Mediaset Mario Giordano a fare da presentatore e i parlamentari e i governatori leghisti acclamati sul palco. Truppe al gran completo schierate e numerosi autobus arrivati da tutta Italia hanno fatto sì che la capienza di oltre 5mila persone fosse alla fine raggiunta.