Qualcuno forse lo ricorderà: era il 4 settembre quando Fabio Sanfilippo pubblicava sul proprio profilo di Facebook una invettiva contro le politiche di Matteo Salvini innescando la reazione di un deputato leghista prima e dello stesso leader del Carroccio poi che chiedevano provvedimenti disciplinari contro il caporedattore del Giornale Radio Rai senza che questi si fosse mai qualificato come tale. Ora è arrivata a Sanfilippo la notifica di un provvedimento di sospensione per 7 giorni dal lavoro e dallo stipendio: la sanzione massima prima del licenziamento.
“Un provvedimento sommario preso senza adeguata motivazione” contesta l’avvocato Vincenzo Iacovino, il legale che assiste Sanfilippo, “che fa riferimento alla contestazione disciplinare in cui la Rai dà per scontato che il post avesse un contenuto diffamatorio nei confronti di Salvini che però, guarda caso, dopo più di due mesi non ha querelato Sanfilippo. È una situazione paradossale in cui l’unico che dovrebbe sentirsi parte lesa non agisce e a farlo è invece un’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo sul presupposto che il comportamento del suo dipendente abbia causato un danno di immagine”.
Ma ora la partita potrebbe avere nuovi sviluppi: Sanfilippo, infatti, ha deciso di passare al contrattacco, querelando Salvini per aver definito “schifoso” il giornalista durante un comizio; il responsabile del personale e Fabrizio Salini, ad della Rai, “per aver arbitrariamente e senza riserva alcuna definito diffamatorio il post di Sanfilippo”.