Sente l’aria positiva e i consensi crescenti attorno al suo partito e non si ferma un attimo, instancabile come sempre il Capitano, con un’agenda fittissima di appuntamenti che lo vedrà nelle prossime settimane intento a battere i territori che andranno al voto da qui alla primavera del 2020. Senza trascurare ovviamente gli amati social e l’onnipresenza in tv da mane a sera. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, Matteo Salvini è talmente sicuro di sé che getta il cuore oltre l’ostacolo, ancora non ha espugnato l’Emilia Romagna e già pensa all’altra roccaforte rossa: “Mi vedrete spesso qui in Toscana nei prossimi mesi”, annuncia in una conferenza stampa da Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze.
Non un luogo qualunque: qui è partita l’ascesa dell’altro Matteo, quel Matteo Renzi tornato prepotentemente sulla scena politica ed è qui che domina oggi Dario Nardella, riconfermato sindaco pochi mesi fa con una percentuale bulgara. Ma la politica è l’arte del possibile e talvolta dell’impossibile. Inebriato dai sondaggi, dalle folle che lo acclamano in ogni comizio, dopo aver fatto crollare ad uno ad uno i fortini e le fortezze blindate – dalla recente Umbria a Sesto San Giovanni, da Ferrara a Pisa – il leader della Lega sa che con un elettorato ormai “fluido” non esistono più zone off limits, ogni elezione è aperta, ogni territorio può essere conquistato.
Non esistono più tabu, l’ambizioso obiettivo è fare cappotto: il centrodestra a tradizione salvinian vuole tutto, Emilia-Romagna e Calabria a gennaio, e poi Puglia, Marche, Calabria, Veneto, Campania e appunto Toscana. Ma occorre fare attenzione alle scelte. Se è vero che l’onda lunga leghista appare ormai inarrestabile, che il centrodestra – soprattutto sul versante Fratelli d’Italia con una Giorgia Meloni più battagliera e in forma che mai – è ritornato ad essere un brand vincente, che la gente ormai più che alle persone anche sui territori accorda la propria fiducia ai leader, è pur vero che le scelte sbagliate si pagano, come quella di candidare a sindaco di Firenze tal Ubaldo Bocci, messo in campo a due mesi dalle elezioni, per andarsi a schiantare rovinosamente con un misero 24,79% a fronte del 57,05% di Nardella.
Uno smacco per il Capitano, a cui vanno aggiunte, in quella tornata di elezioni amministrative, le sconfitte di Livorno e Prato e di altri importanti centri della costa tirrenica e dell’entroterra pisano. Regno di Susanna Ceccardi, pupilla del Capitano già sindaco di Cascina, già consigliere al Viminale in epoca salviniana e attualmente europarlamentare, che però potrebbe non essere la candidata prescelta questa volta: «Vorrei che fosse un amministratore locale a guidare la Toscana, ci sono tante donne e tanti uomini in grado di governare bene – ha affermato l’ex ministro – Susanna è bravissima e penso che lavorerà molto bene in Europa. La Toscana non la vince un singolo, ma una squadra: come Lega e centrodestra stiamo lavorando ad una squadra, anche con liste civiche, di persone che non hanno mai fatto politica, partendo dai territori, dalle città, dai comuni, dai sindaci”.
Amministratore locale e civico, l’identikit potrebbe corrispondere a quello del sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ma non è un segreto che anche il deputato toscano di FdI Giovanni Donzelli nutra delle sostanziose ambizioni in merito, supportato ovviamente dalla sua leader Giorgia Meloni.