È proprio vero che c’è modo e modo per esprimere un’opinione, giusta o sbagliata che sia. Qualcosa che ha imparato a caro prezzo anche il segretario cittadino di Lecce della Lega, Riccardo Rodelli, che ieri è stato costretto a dimettersi dopo aver pubblicato un lunghissimo post su Facebook per criticare la decisione di astenersi del suo partito – e del centrodestra in generale – a Palazzo Madama sulla Commissione Segre. Peccato che per farlo, l’uomo, di professione avvocato, abbia scelto le parole peggiori e che le abbia indirizzate nei confronti di Liliana Segre, ossia la senatrice a vita superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah che, proprio per questo, e in virtù della propria esperienza si era fatta promotrice del neonato organo di contrasto ai fenomeni di intolleranza.
PAROLE IN LIBERTA’. Una “nonnetta mai eletta”, una “Mrs Doublfire di Palazzo Madama”, una “vecchietta ben educata reduce dai campi di concentramento” e ancora attrice “del ricatto”, “dell’estorsione perfetta: l’internamento di Matteo Salvini in un solitario campo di concentramento, dove attenti agli altri, molti potrebbero andare a fargli compagnia per un commento su Facebook”, sono alcuni estratti dell’incredibile e sterminato post social. Bordate incomprensibili che hanno scatenato un vespaio di critiche, soprattutto da parte della società civile, e spaccato la Lega leccese.
Ad esporsi per primo è stato il collega di partito Luca Russo che ha spiegato: “Sulla questione Segre e sulle polemiche relative ad un recente intervento sulla stampa della segreteria cittadina di Lecce, della Lega, rivendico una mia autonomia di pensiero rispetto a temi così complessi e delicati, di una portata storica e sociologica complessissima”. Ben più dure le parole del vicepresidente del gruppo M5S in Senato, Alessandra Maiorino, secondo cui sono “sconcertanti le parole del segretario della Lega di Lecce contro Liliana Segre, a cui va tutta la mia solidarietà. Assistiamo a giornate nere per il contrasto del razzismo e antisemitismo. Con oggi abbiamo la dimostrazione definitiva che questa Commissione non solo è necessaria, ma potrebbe addirittura non essere sufficiente visto il livello becero raggiunto da una parte della popolazione che spesso occupa anche incarichi politici”.
ARRIVA LA CENSURA. Parole, definite sgarbate e deliranti da pressoché tutto l’arco costituzionale, con cui il leghista tuonava contro quella che, a suo dire, è una forma di censura che verrà introdotta dalla neonata Commissione. Quest’ultima, sempre secondo lui, rappresenta “il ricatto” dei poteri forti “col quale ti tapperanno la bocca. Perché non puoi dire più niente, devi chinare la testa, tacere, accettare di bere sino in fondo il calice dell’amarezza. E allora che significa Commissione sull’Antirazzismo e l’odio? La verità è nelle ultime inquietanti parole della nonnetta, a nome del Pd che l’ha redatta, dove per odio, razzismo e intolleranza si intende ogni forma di nazionalismo, etnocentrismo e similia. In pratica: il prima gli italiani. Sono Salvini e i salviniani l’unico scopo”.