Ultimi ritocchi alla legge di stabilità 2020 prima di approdare in Parlamento. Ritorno della piena rivalutazione per le pensioni tra i 1.500 e i 2mila euro, quelle cioè tra tre e quattro volte il minimo; spese per medicinali e dottori scontate al 19% anche se pagate in contanti, esenzione dalla plastic tax per le siringhe, stop alle esenzioni sulle royalties per le società petrolifere. Sono queste alcune delle novità contenute nella bozza aggiornata della manovra da quasi 30 miliardi, che risulta appesantita rispetto alla precedente versione, passando da 93 a 101 articoli.
A far lievitare il ddl è l’inserimento di alcuni capitoli tra cui quello realtivo alla green mobility: le pubbliche amministrazioni saranno obbligate, in occasione del rinnovo del parco veicoli, a procedere, dal primo gennaio 2020, all’acquisito o noleggio di veicoli adibiti al trasporto su strada alimentati ad energia elettrica o ibrida. Ma far discutere in queste ore è la stangata sulle auto aziendali, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato quasi mezzo miliardo. Il reddito in natura imputato ai dipendenti (fringe benefit) per la possibilità di utilizzarle anche nel tempo libero (il cosiddetto uso promiscuo) viene triplicato. Stesso aumento per la trattenuta sullo stipendio di chi non ha reddito in natura perché “restituisce” al datore di lavoro la quota corrispondente all’uso privato.
La tassa dovrebbe interessare i dipendenti ma anche le società, comprese quelle di noleggio, che dovrebbero subire un aumento fiscale. Senza contare il colpo subito dal settore automotive, considerando che le auto aziendali costituiscono il 40% delle nuove immatricolazioni. Immediate le critiche dalle opposizioni, sulle barricate contro un governo di “sanguisughe e avvoltoi”, ma anche dalla stessa maggioranza: per prima Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, ha fatto sapere che si batterà per eliminare “un’altra tassa inutile” che penalizza i lavoratori. Ma anche fra i 5Stelle le perplessità non mancano: “Serve migliorare immediatamente la norma sulle auto aziendali perché su quelle voci le tasse i lavoratori già le pagano”. Così Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo economico del M5S.
Anche il Partito Democratico, che pure respinge chi agita lo “spauracchio delle tasse”, riferendosi sia alla Lega sia agli alleati, chiede un ripensamento sulle auto aziendali. Rassicura il vicesegretario Andrea Orlando: “La tassa sulle auto aziendali deve essere rimodulata in base al grado di inquinamento del veicolo e per fare in modo che non gravi in maniera eccessiva sulle tasche dei lavoratori e comporti danni per il settore dell’auto. In Parlamento ci impegneremo per modificare il testo”. In merito ha sgomberato ogni dubbio il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “La misura, che secondo me potrà ulteriormente essere migliorata, è stata descritta in modo non corretto rispetto a come è nella realtà. E’ importante chiarire che le auto elettriche e quelle ibride non saranno colpite e anzi saranno incentivate”, spiega il ministro.