Liste pulite in Umbria. Anzi candide. Neppure un impresentabile. Lo ha certificato ieri pomeriggio la commissione parlamentare antimafia. Un particolare che bagna ulteriormente le polveri al centrodestra che da mesi cerca di sfruttare lo scandalo che ha travolto la precedente giunta dem. A differenza di quelle che sono state le ultime elezioni regionali, dal Piemonte alla Basilicata, passando per la Sardegna, dove non sono mancati i candidati con alle spalle grane con la giustizia, in Umbria è filato tutto liscio. Un chiaro indice che la stessa alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle, incentrata sull’apertura alla società civile, non è un mero cartello elettorale, ma un progetto a cui i dem hanno aderito decisi a migliorare.
L’ANNUNCIO. Il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, ieri ha affermato che la pressione esercitata dalla legge Severino e dal codice deontologico “hanno indotto tutti i soggetti a presentare delle liste sulle quali la procura Antimafia e la stessa commissione non hanno nulla da eccepire”. Di più: “Un segnale e un indice che induce a sperare e credere che le forze politiche si siano determinate a presentarsi in modo accettabile alle elezioni”. E sull’intesa tra dem e pentastellati sempre Morra ha sostenuto che “alcune battaglie sono indissolubilmente legate a noi e alla richiesta di moralizzazione della politica ma significa anche che sono state fatte proprie da altri gruppi politici se alla fine il dato è immacolato”. Pulite dunque sia le liste giallorosse che quelle del centrodestra. Un elemento che sgombera il campo da qualsiasi polemica.
SINISTRA CHE VOLTA PAGINA. L’annuncio dato dalla commissione antimafia è particolarmente importante soprattutto per la coalizione giallorossa, chiamata a fare i conti con lo scandalo dell’aprile scorso, quando un’inchiesta sulle assunzioni fatte nella sanità umbra ha portato agli arresti dell’assessore regionale al ramo e del segretario regionale del Pd, oltre a un avviso di garanzia alla governatrice dem Catiuscia Marini, che ha poi rassegnato le dimissioni. Solo una conferma però per il commissario regionale del Pd, Walter Verini, che ci tiene a sottolineare di aver trovato in Umbria un partito pulito, come nella tradizione dem, privo di condannati che sgomitano per un posto al sole e dove anche gli assessori e i consiglieri uscenti, fatta eccezione per quelli coinvolti nell’inchiesta su cui l’onorevole ricorda che vale comunque la presunzione d’innocenza fino ad eventuale sentenza definitiva, non hanno mai avuto grane.
“Nelle liste non vi sono elementi ostativi per la candidabilità e questo – evidenzia Verini – dimostra che l’Umbria ha la giusta dose di anticorpi, che il tessuto etico è solido”. Il Pd ha comunque voluto riflettere sugli errori fatti, sullo scollamento con parte della società, sulla necessità di cambiamento, e alla fine non ha candidato nessun politico che abbia svolto due o più mandati. A far paura per il commissario dem non può che essere invece la coalizione di centrodestra, che ha cercato di sfruttare lo scandalo: “Temo vogliano smantellare la sanità pubblica, come emerge dal loro programma. Chi ha speculato lo ha fatto poi non per voglia di cambiamento ma per occupare il potere e inserire disvalori esterni a questa regione”.