Che la situazione fosse più rosea e tranquilla rispetto a un anno fa, era cosa nota. Ma la risposta che l’Italia ha inviato all’Europa dopo le piccole critiche avanzate da Bruxelles sulla Manovra, dissipa ogni dubbio. Come si ricorderà nella lettera, a firma di Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, si legge che “il piano dell’Italia non è conforme ai parametri di riferimento per la riduzione del debito nel 2020. Saremmo lieti di ricevere ulteriori informazioni sulla composizione precisa del saldo strutturale”. A rispondere ieri ci ha pensato direttamente il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il quale ha chiarito nitidamente come innanzitutto questa legge di Bilancio non conterrà misure spot ma solo interventi concreti e, soprattutto, strutturali.
Ma il passo decisivo è stato quello relativo alla reperibilità dei fondi: “Non faremo tagli ma crediamo nella scommessa che l’Italia può avere un costo del finanziamento del debito pubblico molto più basso, già abbiamo risparmiato 6 miliardi dal calo dello spread, ma possiamo fare di più arrivare al livello di Spagna e Portogallo”, ha detto il titolare vi Via XX Settembre in occasione di un incontro elettorale a Terni su iniziativa del Pd con il mondo imprenditoriale e sindacale. “Attraverso un dialogo civile con l’Europa – ha aggiunto Gualtieri- si può avere contemporaneamente flessibilità di bilancio ma anche una riduzione del costo del debito pubblico. Lo facciamo in maniera seria e credibile dicendo all’Europa che questo ci ha dato 6 miliardi in più di dividendo”.
Nelle sue dichiarazioni, però, non sono mancate anche forti stoccate lanciate all’indirizzo di Matteo Salvini: “Noi dobbiamo mandare avanti l’Italia e non tornare indietro ai disastri della demagogia di Salvini e della Lega”, ha spiegato Gualtieri sottolineando che il cambiamento significa dire basta “a un metodo di governo basato sulla demagogia, i condoni e la flat tax, un metodo che pensa che il futuro sia la privatizzazione dei servizi pubblici”. Questo, ha concluso, “non è futuro ma è passato, il passato che l’Italia si è messa alle spalle. Il clima sta cambiando”. E a riprova di un’atmosfera più rilassata, il dato – non banale – secondo cui, come confermano anche fonti parlamentari, si starebbero limando alcuni dettagli, su un testo che ora vede la maggioranza ampiamente d’accordo. Resta solo da convincere l’Europa, cosa che appare decisamente a portata di mano.