Dai tuffi in spiaggia al Papeete al bagno di folla in piazza San Giovanni. Il giorno dell’ “orgoglio italiano” per Matteo Salvini è finalmente arrivato. Ha scelto Roma, il Capitano, per l’incoronazione a leader del centrodestra, ma nella versione 2.0 a trazione sovranista con tanto di inchino da parte degli alleati, ormai di fatto relegati al ruolo di vassalli. Posizione certamente non gradita, per usare un eufemismo, a Giorgia Meloni, che a meno di 24 ore dal giorno clou, ha polemizzato con il Capitano per la scelta di portare sul palco solo i simboli della Lega. “Come se fossimo ospiti in casa d’altri”, si lamenta la leader di Fratelli d’Italia che, come promesso non farà mancare nella piazza le bandiere tricolore e rincara la dose: “Peccato, un’altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito”.
Ma se Atene piange Sparta non ride: acque agitate anche in casa dell’altro alleato, Forza Italia. Ha spiazzato un po’ tutti la mossa a sorpresa di Silvio Berlusconi di annunciare ufficialmente e apertis verbis che il leader della coalizione è Matteo Salvini, senza se e senza ma. Un colpo per l’orgogliosamente antisalviniana Mara Carfagna, già in agitazione per la presenza in piazza di CasaPaound e soprattutto perché, da novella Cassandra, ha avvertito di come l’entusiasmo per la partecipazione a San Giovanni possa essere interpretato come un atto di “sottomissione” alla Lega, secondo lei da evitare. L’esponente azzurra non ci sarà, e con lei molti dei suoi sostenitori, non convinti dai distinguo forniti dall’entourage berlusconiano: “Noi siamo i continuatori della tradizione liberale, occidentale, cristiana, garantista”. Posizione, quella dei “dissidenti”, assai sgradita a Berlusconi, il quale ha espresso la ferma volontà non solo di essere presente ma anche di parlare dal palco per proclamare a gran voce la sua avversione al carcere per gli evasori, misura che nelle sue parole sarebbe “un attentato alle liberà”.
Sicuramente la difesa dell’evasione da parte di un condannato in via definitiva per frode fiscale non è un bell’assist per il leader della Lega, che in questo modo presta il fianco alle critiche degli ex alleati pentastellati e marca un autogol sul piano della comunicazione dell’evento. “Di sicuro non ci sorprende che Berlusconi, da sempre capo del partito dell’evasione fiscale, andrà in piazza a difendere gli evasori. Lui e Salvini si accomodino pure”, scrive in una nota il senatore del M5S Primo Di Nicola. Il Capitano però non si scompone difronte alle polemiche e si gode un successo annunciato: l’organizzazione leghista ha fatto le cose in grande e si aspetta fra le 100 e le 200mila presenze.
Oltre 500 pullman e 8 treni speciali da tutta Italia, oltre alle persone che arriveranno autonomamente, un palco lungo 60 metri affiancato da due maxi schermi, 400 volontari coinvolti, 20 i gazebo organizzati per diverse raccolte firme, fra cui la richiesta di dimissioni di Virginia Raggi. Più di 250 i giornalisti accreditati e l’evento sarà trasmesso in streaming su tutti i canali social di Salvini e della Lega. Il messaggio di Salvini arriverà dunque forte e chiaro: “Sarà la piazza degli italiani che non vogliono essere spennati per l’ennesima volta”, ha anticipato ieri da San Giovanni. “Questa è la piazza delle grandi adunate della sinistra. Adesso ci siamo noi. Perché in mezzo agli operai, agli studenti, alle partite Iva, alle mamme in cerca di lavoro, ci siamo noi. Ormai nelle sedi dl Pd e alle Leopolde ci sono più banchieri che lavoratori”. E pure la stoccata all’altro protagonista di giornata, Matteo Renzi, è servita.