L’aria è cambiata anche a Bruxelles. A maggio i sovranisti sono stati sconfitti, ma l’Unione europea non è più una locomotiva a trazione franco-tedesca. Tanto che l’Europarlamento ieri ha bocciato la candidata francese alla Commissione europea. Una decisione che suona come un sonoro schiaffo al presidente Emmanuel Macron. Lo stop a Sylvie Goulard, designata commissaria per il mercato interno, è arrivato dai coordinatori delle commissioni Mercato interno e Industria. Una decisione giunta dopo che ieri mattina i gruppi del Partito Popolare Europeo, dei Verdi, dell’estrema destra Identità e Democrazia e dell’estrema sinistra della Sinistra Unitaria europea si erano espressi contro la candidata francese. Con il rischio ora che il prossimo 10 novembre non possa entrare in attività, come previsto, la nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen.
L’ex deputata europea con i liberali è stata audita due volte in merito alle accuse di aver usato un assistente del Parlamento europeo in modo improprio e alla sua consulenza per un think tank europeo, ma tali vicende avrebbero alla fine rappresentato uno scoglio insormontabile per l’Europarlamento. Goulard del resto è accusata in Francia e all’Olaf (l’organismo di lotta alle frodi dell’Ue) per l’uso dei fondi dell’Europarlamento destinati agli assistenti. Inoltre è stata messa appunto in discussione la sua consulenza per un think thank dell’investitore americano-tedesco Nicolas Berggruen, il Berggruen Institute, per la quale Goulard è stata remunerata mentre era eurodeputata. E diversi gruppi politici hanno anche messo in dubbio la sua capacità di gestire un portafoglio di competenze ampio, che include il Mercato Interno, l’Industria, la Difesa e i Servizi audiovisivi.
La candidata non ha potuto far altro che prendere atto della decisione del Parlamento europeo. Ad apparire furibondo è però Macron. Dall’Eliseo hanno fatto sapere infatti di ritenere la Francia “oggetto di un gioco politico che tocca la Commissione Ue nel suo insieme”. Il presidente si confronterà ora con von der Leyen “per esaminare il seguito da dare, nel rispetto del portafoglio attribuito alla Francia”. “Io mi sono battuto per un portafoglio, avevo proposto tre nomi – ha dichiarato Macron in conferenza stampa a Lione – mi hanno detto che il nome era formidabile, va bene e poi mi dicono che non lo vogliono più. Mi devono spiegare”.
In festa ovviamente i sovranisti. “La maggioranza voluta da Pd-5Stelle-Merkel-Macron è figlia della paura e della voglia di poltrone. A Bruxelles come a Roma, meritano di essere mandati a casa”, ha tuonato Matteo Salvini. “Un sonoro ceffone all’arroganza di Macron che ha preteso per la sua pupilla un portafoglio sterminato e ha provato ad imporla nonostante enormi problemi di trasparenza”, hanno fatto sapere da Fratelli d’Italia. “Il presidente francese Emmanuel Macron appare sempre più isolato in Europa”, ha aggiunto Marine Le Pen, leader del partito francese di estrema destra Rassemblement National. Ora Ursula von der Leyen dovrà trovare in fretta una soluzione. Quella di ieri è la terza bocciatura. Stessa sorte infatti per i candidati dell’Ungheria e della Romania. “Siamo in una fase parlamentare, democratica e trasparente. Ho proposto 26 candidati; 23 sono stati accettati, 3 non hanno ottenuto la maggioranza per vari motivi”, ha provato a ridimensionare l’accaduto la presidente.