La guerra mediatica sulla vicenda Russiate, spy story internazionale che collega direttamente Washington e Roma per via degli incontri agostani tra il ministro della Giustizia Usa William Barr, il procuratore federale John Durham e i servizi segreti italiani, sta arrivando a lambire le più alte istituzioni del nostro Paese. Non solo il premier Giuseppe Conte autorizzò i nostri 007 ad incontrare gli americani, ma il quotidiano romano Il Messaggero tira in ballo addirittura il Quirinale, riportando l’indiscrezione di una presunta informativa di Palazzo Chigi diretta al Colle sulle richieste dell’amministrazione Trump al governo italiano. Notizia prontamente smentita da fonti quirinalizie (e a stretto giro anche da Palazzo Chigi): “Non risulta alcuna informativa al Quirinale sul caso in argomento, anche perché il Quirinale non riceve abitualmente notizia di singole operazioni di collaborazione in corso tra paesi alleati”. Si è tenuto intanto ieri mattina un vertice tra i servizi segreti americani e quelli italiani nella sede del Dis a Roma a cui hanno partecipato i massimi vertici della nostra Intelligence – il generale Luciano Carta per l’Aise, il prefetto Mario Parente per l’Aisi, e lo stesso direttore del Dis Gennaro Vecchione -. Nel corso della riunione, programmata oltre due mesi e mezzo fa, non si sarebbe toccato il tema del Russiagate mentre si è parlato della visita ufficiale negli Stati Uniti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella prevista tra il 15 e il 20 ottobre.
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