L’Italia deve riformare la legge sull’ergastolo ostativo, cioè il carcere a vita, che impedisce al condannato di usufruire di benefici e sconti sulla pena se non collabora con la giustizia. E’ quanto ha stabilito la Grand Chamber della Corte Europea dei Diritti Umani, respingendo la richiesta di un nuovo giudizio avanzata dal Governo italiano dopo la condanna – che adesso diventa definitiva – emessa dalla Cedu il 13 giugno scorso.
L’ergastolo ostativo in Italia è applicato per reati gravissimi, come l’associazione mafiosa o il terrorismo. Con la sentenza pronunciata a giugno dalla Cedu, che riguardava il caso di Marcello Viola, i giudici di Strasburgo avevano stabilito che la condanna al carcere a vita “irriducibile” inflitta al ricorrente viola l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, e dunque il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti.
Viola, in carcere da trent’anni per associazione mafiosa, omicidio, rapimento e detenzione d’armi, si è finora rifiutato di collaborare con la giustizia e dunque gli sono stati negati i permessi premio e la libertà condizionale. Nella sentenza la Corte spiega che lo Stato non può imporre il carcere a vita ai condannati solo sulla base della loro decisione di non collaborare con la giustizia. I giudici di Strasburgo ritengono che “la non collaborazione” non implica necessariamente che il condannato non si sia pentito dei suoi atti, che sia ancora in contatto con le organizzazioni criminali, e che costituisca quindi un pericolo per la società.
“Non condividiamo nella maniera più assoluta questa decisione della Cedu, ne prendiamo atto e faremo valere in tutte le sedi le ragioni del governo italiano e di una scelta che lo Stato ha fatto tanti anni fa: una persona può accedere ai benefici a condizione che collabori con la giustizia” ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commentando la sentenza. “Se vai a braccetto con la mafia, se distruggi la vita di intere famiglie e persone innocenti, ti fai il carcere secondo certe regole. Nessun beneficio penitenziario, nessuna libertà condizionata. Paghi, punto. Il MoVimento 5 Stelle non condivide in alcun modo la decisione presa dalla Corte. La storia del nostro Paese ci ha lasciato in eredità troppo sangue e dolore. Noi non ci giriamo dall’altra parte!” il commento del leader M5S, Luigi Di Maio.