Dopo la votazione di ieri lo si può dire a gran voce: i falchi dell’austerità sono minoranza al Parlamento europeo. La Commissione Problemi economici e monetari ha infatti rigettato il report di iniziativa presentato dal Partito Popolare Europeo (e la cui relatrice era l’olandese Esther De Lange, numero due dell’eurogruppo dietro a Manfred Weber) sul semestre Ue con 34 voti contrari, 18 a favore, e 4 astenuti. “Il rapporto – hanno raccontato a fine giornata gli europarlamentari pentastellati – chiedeva alla Commissione europea di mettere sotto indagine i conti degli Stati membri con elevato debito pubblico per prendere possibili misure. Qualcuno pensava evidentemente di commissariare il nostro Paese ma ha fallito miseramente”.
Difficile, infatti, che quel report non fosse in qualche modo diretto a danneggiare il nostro Paese e la nostra economia. Il report in questione, infatti, non solo “additava” i Paesi ad alto debito (Italia e Francia in primis) lanciando un chiaro e ripetuto appello alla riduzione del debito/Pil, ma chiedeva alla Commissione di “indagare” nei conti degli Stati per comprendere l’origine dell’elevato debito pubblico per prendere possibili misure. Insomma, una sorta di commissariamento bello e buono con tutto quello che ne sarebbe derivato. E, ancora, il report ammoniva sul fatto che politiche orientate alla crescita non dovrebbero essere finanziate a deficit. E, non a caso, prevedeva un migliore recepimento delle raccomandazioni della Commissioni da parte degli Stati membri nell’ambito del Semestre europeo.
Tesi tutto sommato condivisibile se non avesse l’unico fine di arrecare danno ai Paesi, come l’Italia, sulla via della crescita. Ecco perché è molto indicativo il fatto che la linea pro-austerity sia stata fermata. Determinante è stato l’orientamento dei Cinque stelle che, non a caso, ha proposto di inserire nel report la necessità di abbandonare le politiche di austerità per intraprendere al contrario politiche anti-cicliche a favore di occupazione, diseguaglianze e investimenti. E, a riguardo, ha chiesto anche l’introduzione della Golden Rule (in pratica, lo scorporo degli investimenti produttivi dal calcolo del deficit).
“Il Movimento 5 Stelle – ha commentato non a caso l’europarlamentare Piernicola Pedicini (nella foto) – ha difeso l’Italia e, con i nostri emendamenti, abbiamo chiesto di di abbandonare le politiche di austerità per intraprendere al contrario politiche anti cicliche a favore di occupazione e investimenti. Solo combattendo le diseguaglianze, cambia l’Europa”. La strada seguita è quella giusta. Vedremo se si riuscirà a seguirla ancora a lungo.