Via libera della giunta per le Immunità del Senato (13 voti favorevoli e 8 contrari) al sequestro del computer dell’ex sottosegretario leghista ai trasporti, Armando Siri. Ora il sì della giunta dovrà essere confermato dall’Aula. Siri è indagato per autoriciclaggio aggravato in merito a due mutui sospetti contratti a San Marino.
Dalla Procura di Milano è arrivata, inoltre, una richiesta integrativa di sequestro per un Apple Iphone X in uso a Marco Luca Perini, anch’egli indagato nel medesimo procedimento. Il tutto seguito poche ore dopo dalla mossa a sorpresa dei difensori di Siri che, per dimostrare che il loro assistito non ha nulla da nascondere, hanno depositato un’istanza ai pubblici ministeri milanesi per concedere loro la possibilità di effettuare una ricerca sul personal computer del senatore, purché strettamente limitata a materiali attinenti all’indagine.
A far scatenare l’interesse dei pm per il terminale di Perini, era stata la perquisizione del 29 luglio scorso. Quel giorno i finanzieri avevano perquisito una struttura di Milano, in via Monte Santo, nell’ambito dell’inchiesta sui due mutui sospetti. Tra i tanti reperti, c’era l’Iphone X di cui veniva fatta una copia forense. Nulla di strano o sospetto, infatti si tratta di operazioni più che normali nel corso di un’inchiesta. Ma a distanza di due giorni, sul tavolo dei pm arrivava l’istanza dell’avvocato Fabio Pinelli, difensore del senatore leghista, con cui chiedeva “di vietare in qualunque forma, la trascrizione, divulgazione ed acquisizione al fascicolo delle indagini delle conversazioni telefoniche e messaggistiche, contenute nello smartphone in uso a Perini e che riguardino Armando Siri”.
Una richiesta che il legale motivava evidenziando lo stretto rapporto di collaborazione tra i due, derivante dal fatto che Perini era ed è “uno stretto collaboratore del senatore Siri, avendo ricoperto sia l’incarico di Segreteria del Senatore (…) che quello di suo assistente parlamentare”. Qualcosa che finiva per insospettire i pm che ora vogliono accertare se “nei contatti individuali o in quelli di gruppo, siano presenti contenuti e/o documenti relativi ai due finanziamenti concessi dall’istituto di credito, nonché alle rispettive modalità di impiego”.