Stop alle classi pollaio, più soldi per valorizzare gli insegnanti, via all’Agenzia nazionale per la ricerca e la revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato delle università. Nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef) comincia a delinearsi il programma del Governo per la scuola. Capitolo già aperto dal Conte 1, ma rimasto incmpiuto anche a causa della crisi politica di questa estate.
L’istruzione è citata espressamente nello scenario programmatico disegnato dall’Esecutivo. Fra le politiche di sviluppo per il rilancio della crescita, insieme alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, al rilancio degli investimenti pubblici, si parla, esplicitamente, di aumento delle risorse per l’istruzione e la ricerca scientifica e tecnologica. Il Governo annuncia anche di voler intervenire, a gennaio, dopo la legge di bilancio, con provvedimenti ad hoc sulla scuola e l’università.
Tre i disegni di legge annunciati, collegati alla manovra: il primo riguarderà le disposizioni in materia di formazione iniziale e abilitazione del personale docente; con il secondo sarà riordinato il sistema nazionale di valutazione di scuola e università, con il terzo si interverrà per istituire l’Agenzia nazionale per la ricerca e il trasferimento tecnologico annunciata anche durante il primo governo Conte. Via le classi pollaio, insomma: vanno ridotte di numero, è l’obiettivo del governo, ripescando un tema caro ai Cinque Stelle. Sarà valorizzato, anche economicamente, il ruolo dei docenti.
Si punta al rinnovo del contratto con il ministro, Lorenzo Fioramonti, che ha già annunciato aumenti per 100 euro. Da potenziare il piano nazionale per l’edilizia scolastica. Il governo vuole poi garantire, con le Regioni, la gratuità degli asili nido e dei micro-nidi, ampliandone l’offerta soprattutto al Sud. Saranno contrastati la dispersione scolastica e il bullismo. All’Università si deve “ripensare il modello di accesso ai corsi di laurea a numero programmato”, si legge nella Nadef. Ci si prova da diversi anni. Entro la fine del 2019 sarà bandito un concorso ordinario per coprire 16.959 posti nella scuola dell’infanzia e primaria, è uno degli impegni del governo. Il bando è pronto da mesi. Ora sembra che sia la volta buona per la sua pubblicazione.