Ama, la multiservizi capitolina, è di nuovo nel caos. Si è dimesso oggi il Cda che venne nominato dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, lo scorso 19 giugno. La presidente, Luisa Melara, l’amministratore delegato, Paolo Longoni e il consigliere, Massimo Ranieri, hanno alzato bandiera bianca dopo l’ennesimo no da parte del Campidoglio all’approvazione del bilancio 2017. Il nodo su cui anche i tre dimissionari si sono incagliati sono sempre i 18,3 milioni di euro di fatture del servizio cimiteriale, che furono fatali anche all’ex presidente Lorenzo Bagnacani, rimosso a febbraio.
Anche in questo caso, infatti, il credito, che AMA vanta nei confronti del Comune, è stato inserito in un fondo crediti, operazione che non è piaciuta al direttore generale di Palazzo Senatorio, Franco Giampoletti, che in un comunicato stampa di sabato scorso ha fatto sapere che “Roma Capitale non approverà mai un bilancio di Ama Spa che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune”.
Un nodo difficile da sciogliere visto che senza quei 18 milioni, a cui si aggiungono altri 107 milioni di di varie fatture, nel fondo crediti, il bilancio di Ama sarà in rosso. Una posizione che ha fatto saltare i nervi in via Calderon della Battaglia tanto da portare al rinvio dell’assemblea dei soci, prevista per oggi, e alle dimissioni dei tre membri del Cda. Ama, così, si ritrova ancora una volta senza bilancio e senza nessuna che la diriga, con un’emergenza rifiuti che potrà essere gestita solo fino al 15 ottobre, e senza aver ottemperato a uno dei punti dell’ordinanza regionale: l’approvazione del bilancio.