di Alessandro Barcella
Il cervellone elettronico dell’Expo 2015 resta off limits alla Polizia municipale di Milano, nonostante le continue sollecitazioni del Comitato Antimafia del Comune. “Ad oggi alla piattaforma informatica Si.Gexpo (nella quale convergono dati delicati come il controllo d’accesso ai siti di personale e mezzi, la gestione di dati e documenti degli esecutori dei lavori, sino alle autorizzazioni legate ad appalti e subforniture) accedono Prefettura ed Enti di controllo collegati, Comune di Milano, Asl, Inail e Inps, i sindacati Direzione Lavori Sicurezza, gli affidatari e altri utenti interni: un totale di 233 utenze abilitate”. Un requisito che al momento è ancora negato al corpo di Polizia Locale, nonostante la sua necessità sia emersa da più mesi.
Diventa dunque fondamentale per gli attori pubblici, specie quelli investiti dall’onere dei controlli di legalità, poter accedere alla piattaforma. L’autorizzazione, spettante alla Prefettura, è in questi giorni al vaglio dell’Ente. Ci preme tuttavia sottolineare la dilatazione dei tempi di attuazione della richiesta, avanzata dal Corpo in questi giorni ed ora sul tavolo del Prefetto. E ciò soprattutto se teniamo conto dell’urgenza sottolineata dallo stesso Comitato Antimafia del Comune di Milano, presieduto da Nando dalla Chiesa.
Il “caso” Torino
A maggio infatti l’organismo pubblica la sua seconda relazione semestrale, inizialmente pensata per offrire al sindaco un’analisi sulla preoccupante questione degli incendi e degli atti di intimidazione di probabile stampo mafioso perpetrati in città. Non si può tuttavia non parlare di Expo, su cui lo stesso primo cittadino aveva sottolineato l’esigenza di “uno sforzo comune senza il quale non sarà possibile vincere questa battaglia per la legalità”. Tra le “paure” più ricorrenti, quella di ripetere il “caso Olimpiadi Invernali Torino 2006”, dove “nonostante la bontà dei protocolli realizzati in quell’occasione è emerso come la criminalità di stampo mafioso si fosse infiltrata nei lavori”.
La nuova relazione del Comitato richiama la necessità di “sviluppare un concerto più stretto tra le autorità di riferimento competenti (Prefetto, Questore, sindaco di Milano e sindaci degli altri comuni interessati), un principio ribadito però già a luglio del 2012. La novità, ma che ci sembra essere naturale conseguenza di un’osservazione già avanzata, è quella di suggerire l’urgenza di fare entrare il corpo di polizia locale nella piattaforma Si.Gexpo.
Capitolo controlli
E’ il 3 aprile 2013 quando il Comitato incontra il comandante della Polizia Locale e durante quell’incontro apprende la notizia che segnala poi nella relazione, inserita come “proposta e sollecitazione”. “Occorre per il migliore svolgimento dell’attività del Corpo – spiega la relazione – un’autorizzazione prefettizia all’accesso alla piattaforma informatica, autorizzazione mancante e per la cui concessione, peraltro, la stessa società interessata ha espresso la propria disponibilità. Un accesso – si spiega ancora – che agevolerebbe proprio la sistematicità e imprevedibilità dei controlli” e per cui si suggerisce l’urgenza, “per intervenire efficacemente sulla situazione di fatto non solo nei cantieri ma, ancor più, nei loro dintorni e fuori dall’area espositiva”. Tutto ciò considerando poi altri due dati emersi dai lavori del Comitato, il primo dei quali relativo al capitolo controlli: tra il 1 agosto e il 14 dicembre 2012 infatti vi sarebbe stato un unico accesso del Gruppo Interforze della Prefettura riconducibile ad attività di controllo sui cantieri di Expo e tre complessivi in tutto il 2012 (23 maggio, 18 luglio e 24 ottobre).
Il secondo aspetto è legato all’evidenza, da più parti sottolineata, che all’interno del Corpo di Polizia Locale di Milano “siano già organicamente strutturate Unità operative specializzate in materia ambientale, di sicurezza del lavoro e di controllo dei cantieri, specificamente formate e con una consolidata e pluridecennale esperienza lavorativa nei rispettivi campi”. Expo 2015, interpellata da La Notizia, fa sapere che dalla ricezione della richiesta, dopo l’ok del Prefetto, occorrerebbe un solo giorno lavorativo.
Una richiesta che sarebbe stata presentata dalla Locale qualche giorno fa e che ora sarebbe al vaglio del Prefetto, come abbiamo già ricordato. Una richiesta che, tuttavia, ci appare l’uovo di colombo di sollecitazioni già esplicitate da più parti mesi e mesi fa.