“Tagliare il numero dei parlamentari era la condizione preliminare per cominciare a discutere dei tanti altri temi che poi sono confluiti nel programma di Governo”. E anche per questo la capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali della Camera, Anna Macina, non ha dubbi sull’esito della quarta e ultima votazione alla riforma costituzionale targata Cinque Stelle che taglia da 945 a 600 il numero dei parlamentari: “Un passo storico per la democrazia”.
La data è stata fissata: il 7 ottobre il taglio dei parlamentari arriva alla Camera per la quarta e ultima votazione. Di Maio l’ha già definita una riforma storica…
“Se ne parla da 40 anni, ma nessuno l’ha mai fatta. Quindi sì, ha ragione Luigi Di Maio: è un passo storico per la nostra democrazia. Per noi però non rappresenta una ‘bandierina da piantare’, ma un modo efficace per rendere efficiente il nostro Parlamento. I cittadini tornano al centro della vita politica del Paese, la carica di parlamentare riacquista prestigio”.
Se sommiamo i risparmi del tagliapoltrone a quelli già ottenuti con il ricalcolo dei vitalizi, sebbene al momento accantonati, il totale arriva a circa 750 milioni in cinque anni. Cosa si può fare con questi soldi?
“Tanto. Prendo come riferimento il miliardo che si risparmia in 10 anni. Con questa cifra si possono acquistare 13mila ambulanze, assumere 25mila infermieri o 11mila medici. La politica che ‘si taglia’ risorse in eccesso per destinarle ai cittadini è una bellissima immagine”.
Il conto alla rovescia è cominciato, ma manca comunque il voto di Montecitorio. Di Maio lo considera il vero banco di prova della maggioranza, temete sorprese dagli alleati, nonostante le rassicurazioni arrivate dal Pd e dai renziani?
“Prima ancora che con il Movimento, l’impegno è con gli italiani. Tagliare il numero dei parlamentari era la condizione preliminare per cominciare a discutere dei tanti altri temi che poi sono confluiti nel programma di governo. Sulla base di queste premesse non ho motivo di dubitare. Questo Governo deve risolvere, non complicare”.
Non è escluso che, anche in caso di via libera, sia necessario un referendum costituzionale per l’approvazione definitiva della riforma. Lo considerate un’insidia?
“Assolutamente no, ogni volta che i cittadini sono chiamati in causa si esercita la democrazia. Ricordo che tra le proposte targate Movimento e attualmente al vaglio delle Camere c’è il referendum propositivo con quorum deliberativo. Cambiamola questa logica per cui ci si rivolge agli italiani solo per chiedere il voto alle elezioni, e magari anche per avere ‘pieni poteri’ (si lascia scappare una risata la deputata M5S, ndr). Chiamiamoli più spesso anche per decidere sui temi”.
Il Pd sollecita, dopo il taglio dei parlamentari, la riforma della legge elettorale su cui Salvini ha armato la battaglia referendaria per il ritorno al maggioritario in tutte le Regioni guidate dal Centrodestra. Se il Parlamento si muovesse prima, la consultazione potrebbe saltare. E’ un’opzione sul tavolo?
“Approcciamoci al tema con serietà, rispetto per il valore della rappresentanza e consequenzialità. Intanto votiamo il taglio dei parlamentari, poi apriamo una riflessione sulla legge elettorale. A proposito, ricordo che a votare contro quella attuale fu solo il Movimento. Niente tatticismi, diamo agli italiani uno strumento quanto più equo e giusto per eleggere i loro rappresentanti”.