“In Rai serve un cambiamento epocale. E non è possibile finché non cambia anche la dirigenza, a cominciare dal presidente Marcello Foa”. Il deputato renziano e segretario della commissione Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, non è abituato a nascondersi dietro retorica e frasi di circostanza. E il concetto arriva chiaro, da uno che conosce il mondo dell’informazione come pochi: “A Viale Mazzini non si salva niente. Quanti anni sono che la Rai non dà una notizia prima della stampa o delle Tv private?”.
Di chi è la colpa?
La struttura è piramidale e a capo c’è un presidente. Voglio dire: alla Rai sono stati fatti dei rilievi di violazione di pluralismo mai fatti nella storia. Per la prima volta nella storia l’Agcom è arrivata a quantificare l’entità di una multa, pari a 70 milioni. E parliamo di violazioni che l’Agcom ha ravvisato solo nel servizio pubblico, non nelle tv private, che avrebbero semmai l’alibi del fine commerciale.
C’è un problema di pluralismo, dunque.
C’è anche un decadimento visibile della qualità. Le tv commerciali, specie La7, dimostrano invece che l’informazione può anche portare utili. Pensi alle trasmissioni di Mentana, Formigli o Purgatori: fanno servizio pubblico arricchendo la rete. E lo fanno non per devozione ma per fini economici. Questa è la prima ragione per cui la dirigenza deve cambiare.
Qualcuno, però, potrebbe dire che lei lo dice per partito preso…
Ma non è così. Foa è conosciuto per essere più a destra dei leghisti, per essere un sovranista esasperato. Voglio dire: oggi parla di lotta alle fake news… proprio lui che si è messo in luce per fake querelabili anche a danno del presidente della Repubblica? Non è un caso che lui è il primo presidente Rai nella storia a non essere mai stato invitato al Quirinale.
A proposito di ascolti, il pensiero va a Teresa De Santis: anche la direttrice di Rai1 è nel mirino…
Non voglio dare giudizi, ma mi limito a leggere i dati. Ebbene: quelli sulla qualità sono drammatici e quelli sugli ascolti vanno anche peggio. Le interviste che ha fatto la De Santis sono preoccupanti. In una diceva che il suo editore era il Governo Lega-M5s; in un’altra che ora si offre di assumere quelli dell’altra parte politica. La sua filosofia è totalmente sballata: siamo oltre ogni logica.
L’ultima grana arriva da La Vita in Diretta: ascolti parecchio sotto le aspettative…
Inevitabile. La pratica è prendere gente esterna che non ha mai fatto Tv ad alto livello o, come in questo caso, che è ferma da anni. La Cuccarini è stata mandata dalla De Santis al macello poiché da tempo fuori dal giro.
Insomma, cambio radicale?
Sì, ma tutto parte dalla presidenza. A me piacerebbe vedere una donna a capo di Viale Mazzini.
Chi, per esempio?
Ci sono tante donne brave. Una competente, che conosce bene la Rai e che ha dato prova di pluralismo, è Lilli Gruber. Un’altra, meno nota ma che conosce ugualmente il mondo dell’informazione, è Alessandra Ravetta, direttrice di Prima Comunicazione, il giornale più letto e seguito dagli operatori della comunicazione.
C’è chi ha parlato di Orfeo, non proprio il nuovo che avanza…
Le nomine verranno fatte da chi di dovere. La politica ha il compito di non errare sui vertici: se non ci fossero stati errori sulla presidenza e fosse stato garantito il pluralismo, non avremmo discusso di tutto ciò di cui abbiamo parlato finora.
La rivoluzione può avvenire col piano editoriale di Salini?
è un inizio. Bisogna però capire se veramente si vuole realizzarlo.