Un controllore che diventa uno dei (super pagati) controllati. Una pessima abitudine che accende un naturale sospetto sull’imparzialità di chi ha svolto un compito che si presuppone superpartes, ma che ritorna prepotentemente d’attualità per la decisione di Adam Farkas, numero due dell’Eba (ovvero l’Autorità europea di sorveglianza sul mercato bancario) di assumere l’incarico di numero uno dell’Afme, cioè l’Associazione per i mercati finanziari in Europa, per la quale inizierà a lavorare da febbraio 2020.
Una scelta contro cui si è scagliata la capogruppo M5S in Commissione finanze del Senato, Laura Bottici. “Se la nuova Unione europea dice di voler tutelare i risparmiatori, ma poi accetta il solito balletto di porte girevoli tra controllori e controllati come se niente fosse, allora non ci siamo proprio”, ha protestato la parlamentare.
L’Afme – va ricordato – è una delle principali lobby finanziare a cui sono iscritte banche come Deutsche Bank, Citi, Goldman Sachs, Société Générale, Crédit Agricole, Unicredit e chi più ne ha più ne metta. Insomma, chi doveva controllare le banche ora passa direttamente a lavorare per loro.
“Il MoVimento Cinque Stelle – ha aggiunto la Bottici – non ha certo accettato a scatola chiusa il nuovo corso europeo, con istituzioni che pure si sono impegnate a cambiare le tante cose che non hanno funzionato in questi anni. Dunque un’operazione del genere non è accettabile e non è certo il giusto modo per inaugurare una nuova stagione”.