Il plebiscito di Pontida ha ringalluzzito il Capitano. Che, tornato alla guida della ruspa, è tornato a pigiare sull’acceleratore. Puntando il minaccioso caterpillar contro il “governo-truffa” targato M5S-Pd, con l’obiettivo di asfaltare le “manovre di palazzo”, che, nella testa del giureconsulto padano, avrebbero dato vita al Conte 2 a trazione giallorossa. “All’estero non sarebbe mai successa una cosa del genere. Allora c’è qualcosina da cambiare. Perché i senatori a vita devono decidere per 60 milioni di italiani? Ma chi li conosce? Chi li ha eletti?”, tuona Matteo Salvini, preannunciando la ricetta: cambiare la Costituzione.
Ma non è tutto. Il leader del Carroccio rivendica, senza se e senza ma, il brutto spettacolo offerto sul palco di Pontida dove si è presentato tenendo in braccio una bambina coinvolta nel caso di Bibbiano, che poi ieri è emerso non sarebbe neppure tra quelle coinvolte nell’inchiesta. “Le critiche? Ma chissenefrega. Se qualcuno ruba i bambini, io voglio gridare da papà che è uno scandalo portarli via dalle famiglie”, ribadisce per niente pentito. Neppure degli insulti (e gli spintoni) offerti dal sobrio popolo pagano ai cronisti scomodi: “A casa mia l’ospite è sacro e non si tocca nemmeno con un dito. Detto questo, se uno sputa veleno per 20 anni… Questi qua non sono giornalisti, sono calunniatori”. Prossima sfida? Le Regionali in Umbria. Dove punta il dito contro “l’alleanza della disperazione” tra M5S e Pd. “Ma i cittadini non sono scemi e li manderanno a casa”. A lui è bastato mandarcisi da solo.