Per far decollare la nuova Alitalia occorre ancora tempo. Almeno un mese. Il Ministero dello sviluppo economico si prepara ad ufficializzare la tempistica in vista della scadenza del 15 settembre, essendo ancora necessario sciogliere alcuni nodi, mentre va avanti l’attività della cordata e i quattro partner – Fs, Atlantia, Mef e Delta – appaiono pronti ad entrare nella newco. Diversi inoltre i timori dei sindacati dopo le indiscrezioni su un’ipotetica frenata del Tesoro. Tanto che le organizzazioni sindacali hanno subito chiesto un incontro al Governo.
I TIMORI. Un nodo notevole è dunque quello del coinvolgimento del Tesoro. “Il Mef ha in via informale manifestato il proposito di formalizzare il coinvolgimento subito dopo l’eventuale sottoscrizione del Contratto”, si leggeva in una recente lettera di Fs riportata dal Messaggero. Gli addetti ai lavori considerano però il particolare un tecnicismo. All’articolo 37 del decreto Crescita viene infatti specificato che il Mef può sottoscrivere, usando gli interessi sul prestito ponte quantificati in 145 milioni, quote di partecipazione nella nuova società dopo il decreto del Mise che autorizza la cessione degli asset.
L’ex ministro Giovanni Tria ha poi sempre ripetuto che l’intervento del Mef è subordinato alla proposta vincolante e al piano industriale. Per i sindacati meglio comunque non rischiare sorprese e hanno appunto chiesto un incontro urgente ai ministri dell’economia, dei trasporti e dello sviluppo economico. “Notizie del genere rischiano di vanificare il grande impegno dei commissari e dei lavoratori”, affermano i segretari generali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, sottolineando che “non c’è piu’ tempo” e che serve al più presto dare vita alla nuova Alitalia, “dotandola di un buon piano industriale di investimento”.
STOP AND GO. Per chiudere il lavoro sul piano industriale, i partner devono inoltre risolvere alcune complicazioni sulla joint venture “Blue Skies’” su cui ci sarebbe già un accordo preliminare tra Delta e Air France, che lascerebbe però Alitalia in una posizione minoritaria. Sul tavolo, poi, ci sono anche l’ultima definizione delle partecipazioni azionarie (Fs e Atlantia dovrebbero avere il 35%, Delta e Tesoro il 15%) e le scelte in materia di governance. Intanto è partito il confronto tra sindacati ed azienda al Ministero del lavoro sulla richiesta di altri sei mesi della cassa integrazione straordinaria (fino al 23 marzo 2020) per 1.180 lavoratori. Numeri che i sindacati hanno chiesto di ridurre, mettendo sul tavolo anche il collocamento degli eventuali esuberi a zero ore.