Il consiglio direttivo della Bce, l’ultimo prima dell’uscita di scena di Mario Draghi, ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond, per 20 miliardi di euro al mese, a partire da novembre. La Banca centrale ha lanciato anche un nuovo maxi-prestito a lungo termine, il cosiddetto Tltro, per le banche dell’Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano al di sopra di un certo livello.
Quest’ultimo provvedimento servirà, hanno spiegato dall’Eurotower, a “preservare condizioni di prestito bancario favorevoli, garantire la regolare trasmissione della politica monetaria e sostenere ulteriormente la posizione accomodante della politica monetaria”. Il Consiglio direttivo della Bce ha stabilito un sistema a due livelli per i tassi applicati ai depositi delle banche, ridotto di 10 punti base al -0,5 per cento, attraverso il quale una parte dei depositi sarà “esentata dal tasso negativo sui depositi” per attutire l’impatto sui margini d’interesse delle banche. La Bce ha abbassato a 1,1% la stima di crescita dell’Eurozona per il 2019, e a 1,2% quella per il 2020. Confermato un +1,4% per il 2021.
“La decisione presa oggi – ha detto Draghi -, con il pacchetto di misure della Bce, riflette un’inflazione che continua ad essere al di sotto dell’obiettivo del 2%, e le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell’economia dell’Eurozona più protratta, importanti rischi al ribasso e un’inflazione debole. La Bce ha abbassato le stime d’inflazione per l’Eurozona da qui al 2021: per quest’anno prevede ora un +1,1%, per il prossimo un +1% e per il 2021 un’accelerazione a 1,5%”.
“Il pacchetto di misure adottato oggi dalla Banca centrale europea – ha aggiunto Draghi – ha visto fra i membri del consiglio direttivo ampio consenso su tutto, tranne il Qe. Proprio sugli acquisti di titoli c’è stata una maggiore diversità di vedute, ma alla fine il consenso è stato così ampio che non è stato necessario votare”. Dopo anni in cui il sostegno all’economia è dipeso essenzialmente dalla politica monetaria della Bce, ha detto ancora il numero uno della Banca centrale europea, “è ampiamente giunto il tempo che le politiche di Bilancio si assumano le loro responsabilità”.
“La banca centrale europea, agendo rapidamente, taglia i tassi di 10 punti base. Stanno tentando, e con successo, di svalutare l’euro contro il dollaro molto forte, danneggiando l’export Usa. E la Fed sta seduta, seduta e seduta. Loro sono pagati per prestare denaro, mentre noi stiamo pagando gli interessi” ha commentato su Twitter, attaccando di nuovo la Fed, il presidente americano, Donald Trump. “Abbiamo un mandato, perseguiamo la stabilità dei prezzi e non miriamo ai tassi di cambio. Punto” la replica di Draghi. “L’economia europea – ha aggiunto il presidente della Bce riferendosi ancora alle parole di Trump – è un’economia basata sulle banche e vogliamo proteggere la trasmissione della nostra politica monetaria attraverso il canale dei prestiti. Questa è la filosofia delle misure che abbiamo adottato oggi”.
“Economia europea ancora debole. Bce fa bene a rilanciare la politica monetaria a sostegno della crescita e invitare a politiche espansive i paesi con maggiori spazi di bilancio” ha scritto su Twitter il neo commissario europeo designato agli Affari economici, Paolo Gentiloni.
Immediati gli effetti sui mercati delle nuove misure di stimolo varate oggi dalla Bce. Lo spread tra il Btp e il Bund ha chiuso la giornata in netto calo sotto i 140 punti base. Il differenziale di rendimento crolla a 138 punti base dai 153 di ieri, tornando sui livelli di inizio maggio 2018. Il tasso sul decennale del Tesoro si attesta allo 0,86%. Volano i preziosi: i futures sull’oro, con consegna a dicembre, sono volati a 1.515 dollari l’oncia (+0,8%) al mercato di New York. Mentre il prezzo spot del metallo giallo è in rialzo a 1.512,25 dollari l’oncia (+1%). Record storico per il palladio: 1.608,90 dollari l’oncia (+3,3%).