Solita Lega e solito vecchio centrodestra. Rotto il contratto giallo-verde tutto è tornato tristemente come prima. Non c’è più neppure l’imbarazzo di dover indorare la pillola a quello che era l’alleato di governo. La Regione Piemonte, a forte maggioranza leghista, sembra un ottimo esempio di un certo sistema di tutela di quella che viene da tempo identificata come casta. E a denunciarlo è ancora una volta il Movimento 5 Stelle, dando battaglia sui vitalizi tagliati solo a metà.
LA BATTAGLIA. Una delle bandiere pentastellate è stata sempre quella dell’abolizione dei ricchissimi assegni concessi ai politici a riposo. Il taglio alla fine in Parlamento è arrivato e poi sono iniziate le sforbiciate anche nelle Regioni. Nella legge di bilancio 2019 del resto è stato dato un ultimatum: trasferimenti erariali ridotti del 20% a chi non si affretta a varare una legge per la riduzione dei vitalizi e a calcolarli quindi con il meccanismo contributivo. Assegni legati esclusivamente ai contributi versati. Con tanto di benedizione della Conferenza Stato-Regioni. A maggio l’annuncio: il provvedimento riguarderà 3.300 ex consiglieri regionali e consentirà di risparmiare oltre 22 milioni di euro ogni anno.
C’è CHI RESISTE. Alcuni Regioni hanno accelerato sui tagli e altre hanno temporeggiato fino alla fine. Impossibile però non compiere le riduzioni degli assegni. Anche il Piemonte, nell’ente che da giugno è presieduto dall’azzurro Alberto Cirio, alla guida di una maggioranza leghista, la legge ha così ottenuto il via libera. La commissione bilancio ha infatti approvato all’unanimità la riduzione dei vitalizi, stimando un risparmio annuo di 600mila euro.
L’emendamento presentato dal consigliere pentastellato Giorgio Bertola però non è passato. Niente da fare sull’ulteriore sforbiciata del 40% nei casi in cui il titolare del vitalizio goda di un altro assegno o trattamento previdenziale da parte della Camera o del Senato, che secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle avrebbe portato la Regione a risparmiare altri 130mila euro. La maggioranza di centrodestra si è astenuta e il centrosinistra non ha partecipato al voto e poi entrambi si sono detti interessati “ad approfondire anche tecnicamente la questione”.
L’AFFONDO. I pentastellati non ci stanno. “La Lega boccia la nostra proposta per ridurre i costi dei vitalizi. Le sue accuse di populismo sono surreali e nascondono le reali intenzioni della maggioranza di non toccare i privilegi della vecchia politica”, tuona il gruppo regionale M5S Piemonte. I pentastellati precisano quindi che la misura proposta da Bertola avrebbe interessato otto ex consiglieri. Ma i consiglieri del Movimento non si arrendono: “Siamo ancora disponibili a discutere ed auspichiamo che in vista dell’approdo in aula della legge si possa trovare, tutti insieme, una soluzione per introdurre meccanismi di riduzione del vitalizio per chi ne percepisce più di uno”.