Questa volta la spaccatura nel centrodestra è profonda. Come era emerso già dopo le consultazioni al Colle, ieri dopo il faccia a faccia con il premier incaricato Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi è tornato a prendere le distanze dalla Lega ed è andato anche oltre, accusando Matteo Salvini di aver consegnato il Paese alla sinistra. Altro che complotti, volontà popolare calpestata e manovre delle cancellerie europee. Per il Cav il leader del Carroccio ha fatto tutto da solo e lo ha fatto nel peggiore dei modi. Non c’erano dubbi che le intese elettorali tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega non fossero altro che un cartello elettorale utile per vincere ma completamente inutile per governare. La crisi d’agosto ha reso più nette le diverse posizioni e il Capitano difficilmente sembra ancora destinato a fare il capo di una rinnovata Casa delle libertà.
SEMPRE IN CAMPO. Seppure anziano e ammaccato, Berlusconi non rinuncia al ruolo di leader del centrodestra, lontano, come ha evidenziato dopo l’ultimo colloquio con il Presidente della Repubblica, da sovranismi e populismi. Ieri la delegazione azzurra, l’unica del centrodestra rappresentata dallo stesso capo politico, ha quindi ribadito, al pari di FdI e Lega, la propria contrarietà alla nascita del Conte bis, ma ha soprattutto cercato di marginalizzare ulteriormente il Carroccio, in una prospettiva politica che ignora il quotidiano e guarda al futuro. “Continuiamo a credere che solo il centrodestra vero e nuovo rappresenterebbe la vera maggioranza degli italiani – ha dichiarato Berlusconi al termine delle consultazioni con Conte – con idee, programmi e persone per condurre il paese fuori dalla crisi”.
E poi ha subito aggiunto: “Il fatto che la Lega abbia proposto di risuscitare l’esperienza gialloverde rappresenta per noi un problema politico molto serio, su cui tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente perché così si è consegnato il Paese alla sinistra”. – “Passata l’ubriacatura sovranista che ha consegnato l’Italia alle sinistre, c’è lo spazio per una destra liberale, repubblicana, popolare e garantista. Una forza che non aspiri solo a cavalcare i sondaggi, ma sappia tornare al governo e definire il futuro del Paese”, gli ha fatto eco Mara Carfagna.
LE REAZIONI. In una giornata in cui Salvini è rimasto defilato, con la Bestia – la sua potente macchina comunicativa – limitatasi a timidi miagolii, la Lega ha provato a reagire. Mentre il Carroccio continua a sperare nelle elezioni anticipate se non addirittura in una rinnovata intesa con il Movimento 5 Stelle, il colpo da accusare è stato però notevole. “La Lega ha voluto, con coraggio, restituire la parola e il diritto di voto agli Italiani, un diritto negato dalla casta che in questi giorni sta spartendo poltrone e ministeri. E noi, a differenza di altri, non abbiamo mai governato insieme al Pd”, ha tentato di ribattere il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo. Ma il braccio di ferro è iniziato.