Matteo Salvini non ne ha fatto mai mistero: più e più volte ha espresso critiche e dubbi sulla procedura di revoca per le concessioni ad Autostrade per l’Italia, dopo la tragedia del Ponte Morandi, tema sul quale il Movimento cinque stelle non ha mai fatto passi indietro. Non a caso il ministero delle Infrastrutture era riuscito ad avviare l’iter che avrebbe portato quantomeno a ridiscutere il contratto Stato-privato. Ma ora, vista la crisi scoppiata per decisione del Carroccio, la revisione della concessione autostradale potrebbe saltare. “I Cinque Stelle – spiega non a caso il sottosegretario alle Infrastrutture, Michele Dell’Orco – avevano avviato la revisione. E’ ovvio che ora la procedura registrerà uno stop”.
Eppure, a un anno dalla tragedia del Morandi, il Governo è prontamente intervenuto anche nell’opera di monitoraggio delle infrastrutture italiane. A cosa ha portato tale monitoraggio?
Il monitoraggio che abbiamo e stiamo realizzando è un continuo controllo a tappeto dello stato di salute delle nostre infrastrutture. Supportati anche dalla tecnologia, con la nascita della prima banca dati informatica e dinamica di queste informazioni (Ainop), e della nuova agenzia per la sicurezza ferroviaria e stradale (Ansfisa), possiamo avere una panoramica più dettagliata di come stanno realmente le nostre strade, i nostri ponti, le nostre dighe, e dove c’è bisogno di intervenire. Ad oggi parliamo di qualche migliaio di ponti, viadotti e gallerie che hanno bisogno di manutenzione e su cui stiamo intervenendo.
Sono stati previsti finanziamenti ad hoc per interventi su strutture a rischio?
Certo. Abbiamo ad esempio aumentato i fondi per il monitoraggio e la manutenzione di strade e ponti nell’aggiornamento del contratto di programma Anas e, per la prima volta, inserito nello stesso contratto di programma 40 milioni di euro destinati all’utilizzo di sensori sui viadotti che permetteranno un monitoraggio in tempo reale della stabilità dei manufatti. Allo stesso fine, per il monitoraggio delle ferrovie con sensori, nel contratto di programma di Rfi sono destinati circa 500 milioni di euro. In legge di Bilancio 2019 abbiamo poi destinato diverse risorse alla manutenzione delle infrastrutture: penso ai 250 milioni di euro per i ponti sul Po; ai 400 milioni per i Comuni per strade e scuole; ai 3,75 miliardi di euro alle Province per lo stesso fine.
Ci saranno vantaggi a riguardo dallo sblocca-cantieri considerando che alcune gare potranno essere più immediate?
Sì, sia gli iter autorizzativi che le fasi della gara saranno accelerati grazie alle nuove misure di semplificazione introdotte. Questo quindi permetterà di intervenire con più tempestività anche nella ristrutturazione o nel ripristino di una infrastruttura che evidenzi delle problematiche. Questo significa una manutenzione più repentina e puntuale, tanti piccoli cantieri diffusi che potranno aprire in breve tempo per curare le ferite del nostro territorio, creando anche nuovi posti di lavoro.
Con la crisi in atto, però, c’è il rischio che quanto fatto di buono venga bruscamente interrotto?
Senza un Governo, inevitabilmente, alcuni progetti potrebbero essere rallentati anche se molti sono stati già avviati. Ad esempio, era stato già firmato il decreto per il Trasporto Pubblico Locale per il quale abbiamo stanziato 3,7 miliardi di euro. A settembre doveva partire la ripartizione agli Enti Locali. Se questo non potesse avvenire, è sicuramente un danno perché le risorse servivano per sostituire con mezzi elettrici i vecchi bus a diesel che vanno a fuoco in tante città italiane.
La Lega è stata sempre contraria allo stop alla concessione ad Autostrade. Crede che abbia avuto un peso nella crisi di Governo?
I Cinque Stelle avevano avviato la revisione delle concessioni autostradali. Ora, se si dovesse venire a creare una diversa maggioranza senza il Movimento Cinque Stelle, è ovvio che la procedura registrerà uno stop a tutto svantaggio per la sicurezza dei cittadini.