Ormai ci siamo quasi abituati: ogni giorno il buon Matteo Salvini ha già pronto l’argomento su cui intervenire e il nemico contro cui scagliarsi. Con un paradosso comunicativo sfuggito ai più ma su cui si regge tutta la (precaria) fortuna della Lega: il Capitano attacca chiunque, anche in maniera veemente, salvo poi dire che è lui sotto attacco. E lì bacioni, perculate, improperi. È il Salvini style, bellezza. E così anche ieri ha vagato dal lavoro alla manovra, fino alla giustizia lanciando prossimi impegni, nuove promesse. E, ovviamente, le immancabili minacce di una fine anticipata del Governo.
Tutto è nato dopo il nuovo incontro con le parti sociali tenuto al Viminale. Un incontro che più che istituzionale è stato di partito considerando che era presente tutto il gotha del Carroccio, compreso l’indagato Armando Siri. Dopo il curioso summit con i sindacati, tenuto in differita rispetto a quello di due giorni fa da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, il Capitano ha esclamato: “Oggi abbiamo raccolto idee per l’Italia dei prossimi 20 anni. Se riesco ad applicarle bene, altrimenti o le fa qualcun altro o sicuramente non siamo qua attaccati alle poltrone. Questo lo vediamo da qui a breve, anche prima di settembre”.
La ragione – dicono le malelingue – potrebbe ritrovarsi anche nella strategia del Carroccio di far cadere l’Esecutivo prima del 9 settembre, giorno in cui potrebbe essere approvata definitivamente la riforma sul taglio dei parlamentari, cosa che il Capitano ha sempre visto con una certa riluttanza. Questo, forse, spiegherebbe perché anche ieri Salvini ha parlato di qualsiasi cosa, sparando nuove incredibili promesse. Una su tutte: “Metà degli interventi si sono soffermati sui tempi della giustizia. In tanti operatori, sia del pubblico che del privato, hanno chiesto il superamento di alcune fattispecie come l’abuso d’ufficio e il danno erariale. Sono cose che stanno ingessando sia pubblico che privato”.
Guarda caso parla di danno erariale, la stessa contestazione avanzata nei confronti di Edoardo Rixi, che si era dovuto dimettere da viceministro ai Trasporti dopo essere stato condannato a 3 anni e 5 mesi per peculato. Stessa contestazione per il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia per la “vendita sottoprezzo” e la locazione di un immobile ceduto da Ats Milano, ex azienda sanitaria Asl. È l’abuso d’ufficio invece il reato contestato di recente ad Attilio Fontana, ma anche a Antonio Potenza, sindaco di Apricena, in provincia di Foggia, e l’x sindaco di Visso e senatore della Lega, Giuliano Pazzaglini.
VENGHINO SIGNORI VENGHINO. Non solo. C’è stato poi, come detto, l’incontro con parti sociali e sindacati. I “consumi” e “il potere reale d’acquisto delle famiglie sono fermi”. E poi “il reddito di cittadinanza” che, secondo i sindacati, ha contribuito a far aumentare la “mancanza di manodopera qualificata”. Questa l’originale lettura di Salvini al termine della conferenza stampa. Peccato, però, che i sindacati non abbiano minimamente dato importanza a un incontro di fatto superfluo.
“Salvini oggi si è improvvisato portavoce dei sindacati ed è stato smentito proprio dai sindacati”, hanno infatti evidenziato in una nota gli stessi Cinque stelle. Ma fa niente: in serata si è riproposto affabulatore annunciando l’abolizione dell’Imu nella prossima Manovra. E già che ci siamo pure la Tasi per un miliardo. Nel frattempo sui social ha già lanciato la “Estate Italiana Tour”: date e incontri dalle spiagge. Manco fossimo alla balera. O, forse, a pensarci bene sarebbe stato meglio.