Mai più un altro caso Palamara. Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede non si cura delle critiche e tira dritto sulla riforma del Csm. Per evitare altri scandali in futuro, il guardasigilli è convinto che vadano fortemente ridimensionate le correnti della magistratura e vadano quindi riviste le regole a Palazzo dei Marescialli. In via Arenula c’è soprattutto un punto fermo, su cui non c’è disponibilità a discutere e a trovare anche il minimo compromesso: i membri togati del Consiglio superiore della magistratura andranno scelti tramite sorteggio.
LA LINEA. Bonafede ha ribadito di voler riformare in fretta il Csm e lo ha fatto ieri nel corso del suo intervento alla trasmissione Omnibus, su La 7. Specificando anche che intende portare il tema della riforma della giustizia la settimana prossima in Consiglio dei Ministri. Il sorteggio per eleggere i togati, secondo il guardasigilli, è fondamentale. “Il sorteggio – ha evidenziato il ministro – vuole cercare di togliere la magistratura dalle grinfie delle correnti. Io sono aperto al dialogo con l’Anm ma su questo non si torna indietro’’.
Neppure di un millimetro. Un ministro impermeabile alle critiche. “Non mi aspettavo che tale scelta venisse accolta benissimo – ha affermato – ma non si può andare avanti con i principi di lesa maestà. Io voglio portare in alto la magistratura italiana, erede di Falcone e Borsellino, una delle migliori magistrature al mondo, e voltare pagina rispetto alle logiche spartitorie, togliendo i magistrati dalle grinfie delle correnti”. Il guardasigilli ha quindi specificato di aver dialogato molto con l’Associaizone nazionale magistrati, ma appunto di non essere disposto a tornare indietro.
Bonafede ha inoltre sostenuto di essere favorevole ai test psicologici per le toghe, un aspetto caro alla Lega e soprattutto alla collega Giulia Bongiorno. “Non vedo cosa c’è di male – ha dichiarato Bonafede – nella riforma si prevede che nel caso manchi il requisito dell’equilibrio nelle valutazioni di professionalità, il Csm può avvalersi di uno psicologo per capire il perché di questa mancanza”.
ARGINE ALLE DESTRE. Il ministro della giustizia ha preso anche posizione contro uno dei provvedimenti che da tempo accarezzano le destre, a partire da Forza Italia, quello della separazione delle carriere. “Non è nel contratto di governo e non si farà”, ha tagliato corto Bonafede, subito criticato dai parlamentari azzurri. Di più: “Non possiamo permetterci giudici che per lavoro facciano gli accusatori. Per me è un punto imprescindibile”. Qualche frecciata il ministro l’ha infine lanciata anche all’alleato di governo. Sulla riforma della giustizia ha infatti detto di essere “disponibile a proposte e confronto sia con la Lega, sia con gli operatori di settore. sia con l’opposizione”. E poi ha aggiunto: “Con il ministro Bongiorno c’è stata un’interlocuzione costante, sono disponibile ai consigli di tutti ma mi piacerebbe che i suggerimenti degli alleati di governo non mi arrivassero dai giornali. Comunque troveremo la soluzione”.