A tormentare la Lega non c’è il solo caso Siri ma soprattutto l’inchiesta sul cosiddetto russiagate. Una presunta corruzione internazionale, per finanziare la scorsa campagna elettorale europea del Carroccio, che dopo l’incontro di ieri tra finanzieri e pm della Procura di Milano sarebbe ormai ad un punto di svolta. Un faccia a faccia per fare il punto della situazione e, soprattutto, per discutere sugli elementi d’indagine, ritenuti “molto significativi”, raccolti nel corso delle perquisizioni a carico dei tre indagati Gianluca Savoini (nella foto), Gianluca Meranda e Francesco Vannucci.
Inoltre al centro del vertice in Procura ci sarebbe stata anche l’ipotesi, ormai diventata certezza, di avviare una rogatoria in Russia per seguire gli eventuali flussi di denaro della presunta trattativa. Per gli inquirenti, Savoini a ottobre partecipò all’incontro al Metropol di Mosca, in cui si sarebbe svolta la trattativa, in qualità di “uomo della Lega”. Ma a che titolo fosse presente a quella riunione è una delle domande, formulate dall’aggiunto Fabio De Pasquale e dai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, a cui il presidente dell’associazione Lombardia-Russia ha scelto di non rispondere.