Diciottesima notte a bordo della Open Arms per i 107 migranti rimasti a bordo della nave spagnola. Ancora incerto il luogo dove sbarcheranno. Domenica sera, dopo che la ong ha rifiutato l’offerta del premier spagnolo Pedro Sanchez di attraccare nel porto di Algeciras, distante circa sei giorni di navigazione da Lampedusa, dalla Spagna è arrivata una nuova proposta: un porto delle Baleari, a Palma di Maiorca o a Minorca, più vicino rispetto a quello indicato precedentemente. Ma al momento non si conosce ancora la scelta della ong. La nave potrebbe dirigersi verso le Baleari accompagnata dalle navi della Guardia costiera italiana, messe a disposizione ieri dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Una ipotesi che, secondo quanto riporta Repubblica, la ong spagnola accetterebbe se i migranti venissero trasbordati e affrontassero il viaggio su un’altra nave “adatta per raggiungere il porto spagnolo in breve tempo e compatibile con la situazione attuale”.
Dopo l’offerta del porto andaluso, infatti, Open Arms aveva inviato una “richiesta urgente” di poter “entrare nel porto di Lampedusa”, a poche centinaia di metri da dove si trova la nave: “Le condizioni psicofisiche sono critiche, la loro sicurezza è a rischio. Se accadrà il peggio, l’Europa e Salvini saranno responsabili”, aveva twittato Open Arms. Intanto oggi i 27 minori non accompagnati che sono stati fatti sbarcare dalla nave il 17 agosto, dopo lo scontro tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Matteo Salvini che non voleva permettere lo sbarco, lasceranno Lampedusa per raggiungere con la nave Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Da qui verranno poi trasferiti in alcuni centri di accoglienza per minori. Dei 27 giovanissimi sbarcati alcuni, al momento della identificazione, hanno ammesso di avere 18 anni, quindi le loro condizioni muteranno.
Intanto in mare da dieci giorni in attesa di un porto in cui sbarcare ci sono anche altri 356 migranti salvati dalla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere: l’unico porto che gli è stato offerto è quello di Tripoli. E le ong lanciano l’allarme sulle condizioni a bordo: “Sono stati e sono tuttora esposti a un fortissimo stress psicologico i naufraghi a bordo della Ocean Viking. Stress dovuto non solo a ciò che hanno visto o subito in Libia ma anche alla loro prolungata permanenza sulla nave. Il lato psicologico è infatti quello che preoccupa di più, un problema che potrebbe aggravarsi nei giorni a venire”, ha affermato domenica Luca Pigozzi, medico a bordo della nave che si trova ora tra Lampedusa e Linosa in attesa di un porto sicuro. Tra le persone soccorse tra il 9 e l’11 agosto ci sono 103 minori, la maggior parte dei quali non accompagnati. “Sulla Ocean Viking – spiega ancora il medico – ci sono anche feriti da guerra. Si tratta di persone provenienti da paesi in conflitto. Ci troviamo a fronteggiare prevalentemente casi di infezioni cutanee e delle vie respiratorie. Nei primi giorni abbiamo avuto anche casi di disidratazione. Ci sono poi adulti affetti da malattie croniche, come il diabete”.