La Costituzione non lascia nulla al caso. Anzi tutti i passaggi che dal momento in cui subentra una crisi di governo portano a nuove elezioni sono strettamente disciplinati. Proprio per questo è possibile fare una sorta di cronoprogramma per capire cosa può accadere se la frattura tra Lega e Movimento 5 Stelle diventasse definitiva. Punto fermo in questo ragionamento è che dal giorno della crisi alle nuove elezioni devono passare almeno 45 giorni che, al massimo, possono diventare 70.
Discorso ben diverso è quello relativo allo scioglimento delle Camere che, invece, avviene in tempi rapidissimi perché dopo che il Governo è caduto, il Presidente della Repubblica da il via alle consultazioni tra le forze politiche e qualora venisse a mancare una nuova maggioranza, il Capo dello Stato procede con lo scioglimento delle Camere. Tutte queste procedure, però, non possono avvenire in qualsiasi momento. Lo Stato, infatti, ha scadenze legate alla sessione di Bilancio che ingarbugliano la gestione dell’eventuale crisi da parte di Sergio Mattarella.
Dopo la pausa estiva, l’attività parlamentare e governativa riprenderà a settembre quando dovrà essere affrontato il nodo della Nota di aggiornamento al Def, che va presentata alle Camere entro il 27 settembre, il Documento programmatico di Bilancio va inviato alla Commissione Ue entro il 15 ottobre e la Legge di Bilancio deve essere presentata alle Camere entro il 20 ottobre. In caso di crisi di Governo è possibile chiedere all’Europa di dilatare i tempi che, comunque, devono portare all’approvazione entro il 31 dicembre.
Riassumendo, per tornare alle urne il 22 settembre lo scioglimento delle Camere deve avvenire tra il 20 e il 21 luglio. Nel caso di elezioni il 29 settembre lo scioglimento deve avvenire entro il 31 luglio. In teoria le elezioni potrebbero avvenire anche il 6 o il 13 ottobre ma ciò comporterebbe il ritardo nella presentazione della manovra all’Ue.