C’è una vera e propria “regia criminale” che dalla Capitale si ramifica, come i tentacoli di una enorme piovra, in tutto il Lazio. Ed è Roma il luogo in cui oltre cento tra cosche, clan e consorterie autoctone hanno trovato il clima e le condizioni perfette per spartirsi i compiti grazie ad una “pax mafiosa” che dura ormai da anni. E’ questo l’allarmante quadro che emerge dal quarto Rapporto “Mafie nel Lazio” presentato ieri dalla Regione Lazio.
Le mafie, insieme alle altre organizzazioni criminali, “diverse, tradizionali e autoctone”, operano sul territorio in autonomia ma collaborano le une con le altre. Dallo studio, realizzato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2018 emerge, inoltre, che il crimine e le reti corruttive si muovono, da Roma a Latina e da Frosinone a Viterbo, continuando a condizionare la vita di cittadini, operatori economici e amministratori locali.
“Sotto la lente in questa IV edizione – ha detto il presidente dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza della Regione, Gianpiero Cioffredi – ci sono le indagini che hanno indebolito le ramificazioni di Cosa nostra catanese nel Lazio e le sentenze emesse contro il clan Rinzivillo di Gela, attivo anche a Roma. Non solo: nuovi elementi che confermano la graduale stabilizzazione delle cosche di ‘ndrangheta e la pervasiva presenza economica della camorra nella Capitale così come la trasformazione di alcune periferie metropolitane in laboratori di nuovi modelli criminali in cui avviene il contagio del metodo mafioso”.
Uno scenario, quello del crimine nella Capitale, costantemente monitorata da investigatori e inquirenti che vede il territorio spartito tra 103 entità – tra “famiglie”, cosche, clan e “batterie” locali – che hanno operato e operano in associazione fra loro commettendo reati aggravati dal metodo mafioso e con la finalità di agevolare l’organizzazione criminale di cui fanno parte: Mafia, Camorra, ‘ndrangheta, Sacra corona unita, ma anche le mafie internazionali.
Nella Lazio i boss gestiscono da anni business che vanno dal narcotraffico, al riciclaggio, attraverso l’intestazione fittizia di beni e attività commerciali, dall’usura alle estorsioni a danno degli operatori economici. Un dato significativo, per quanto riguarda il riciclaggio, è quello riguardante le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette trasmesse dagli istituti bancari all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia: 9.545 di cui 7.943 solo a Roma. Numeri importanti che collocando il Lazio al terzo posto dopo la Lombardia e la Campania.
Nel Lazio, infine, solo nel 2018, 118 soggetti sono stati indagati per associazione mafiosa, mentre quelli per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti sono stati 965. Un dato molto significativo riguarda l’enorme quantità di droga sequestrata dalle Forze di Polizia che in un anno sfiora le 5 tonnellate.