La Polizia di Stato ha compiuto un maxi sequestro, del valore di oltre 120 milioni di euro, nei confronti di diversi esponenti della criminalità organizzata calabrese radicata a Roma e nella sua provincia. Il sequestro è avvenuto nell’ambito di una complessa indagine patrimoniale condotta dagli investigatori Questura di Roma. Tra i beni sequestrati spiccano 173 immobili situati tra Roma, Rignano Flaminio, Morlupo, Campagnano Romano, Grottaferrata ed altre province italiane. Ma anche 40 aziende, tra cui sette supermercati di cui uno nel quartiere Salario a Roma, una Ferrari, 4 allevamenti, un assegno circolare da 90mila euro e una gioielleria in zona Prati.
I beni sequestrati sono riconducibili a cinque esponenti di vertice del gruppo laziale della ‘ndrina Morabito-Mollica-Palamara-Scriva, tre dei quali condannati in via definitiva per associazione di tipo mafioso. Secondo gli inquirenti avrebbero replicato il modello della ‘ndrangheta a nord di Roma, impossessandosi di pezzi di economia quando imprenditori in difficoltà economiche si rivolgevano a loro per avere liquidità.
La Polizia ha, inoltre, accertato “pesanti infiltrazioni” in molti settori produttivi tramite prestanome, tra cui un nipote di Enrico Nicoletti, ritenuto il cassiere della Banda della Magliana. Le indagini patrimoniali, durate circa 8 mesi, hanno ripercorso “la carriera criminale” e hanno analizzato le posizioni economico-patrimoniali evidenziando “una notevole sproporzione” tra i beni posseduti, direttamente o attraverso prestanome, e i redditi dichiarati o l’attività economica svolta, ritenendo che siano il frutto di attività illecite.