Carola Rackete è libera. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato dall’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane. Viene meno la misura degli arresti domiciliari deciso dalla procura e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa sia stata obbligatoria perché i porti della Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti sicuri. Il Dl sicurezza bis “non è applicabile alle azioni di salvataggio”, spiega il gip, in quanto riferibile solo alle condotte degli scafisti. Un rospo difficile da ingoiare per il ministro dell’Interno Matteo Salvini che attacca i magistrati: “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale”. Il provvedimento di allontanamento non potrebbe essere comunque eseguito prima del 9 luglio, data in cui la comandante deve essere interrogata dalla Procura di Agrigento che indaga su di lei per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La prefettura di Agrigento smentisce infatti di aver firmato alcun provvedimento di allontanamento. La Sea Watch aveva in giornata lasciato Lampedusa per raggiungere Licata. La nave è stata sequestrata e ora verrà sottoposta a nuovi accertamenti e perquisizioni. Il caso della Sea Watch e della sua capitana aveva continuato a infiammare il dibattito fuori e dentro i confini nazionali per tutta la giornata. L’Italia “non è un paese indegno”, ma il comportamento di Salvini sulla questione dei migranti “non è accettabile”. A dirlo è stata la portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye. “Il governo francese la smetta di insultare e apra i suoi porti. Prossimi barconi? Destinazione Marsiglia”, ha replicato Salvini. La Ong, da parte sua, rilancia. La Sea Watch è pronta a far partire un’altra nave per la ricerca e il soccorso di migranti nel Mediterraneo, come annuncia nel corso di una conferenza stampa a Berlino prima della decisione del gip su Carola. La Germania, riferisce lo Spiegel, accoglierà un terzo dei migranti che erano a bordo. A Roma scoppia il caso dell’audizione della Sea Wach che oggi avrebbe dovuto dire la sua alla Camera sul decreto sicurezza bis davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia. La Lega, infuriata, scrive ai presidenti M5s delle commissioni per chiedere l’annullamento dell’audizione. Si accoda FdI. “La richiesta di audire la Sea Watch è pervenuta dai gruppi Pd e Misto + Europa”, spiega Giuseppe Brescia (M5s), presidente della commissione Affari Costituzionali. “La richiesta del Pd è del tutto inopportuna, considerato il momento contingente che vede un’indagine penale in corso”, scrivono i deputati della Lega in una lettera a Brescia e Francesca Businarolo. E alla fine la seduta di oggi con le audizioni viene annullata. Dopo la Sea Watch altre Ong turbano il sonno del vicepremier leghista. Ma le minacce ad Open arms (“Se entrerà nelle acque italiane avrà lo stesso trattamento della Sea Watch”) di Salvini ora fanno meno paura.