“No all’Europa dell’inciucio”. La linea direttrice del Movimento 5 stelle, in Italia come adesso in Europa, ricalca i principi originari: niente accordicchi ma rispetto dei ruoli, battaglie per i diritti della società civile e non calate dall’alto, testa alta e non chinata ai potentati. A tratteggiare cosa sarà il Movimento 5 stelle in questa euro-legislatura è uno dei volti più autorevoli, Ignazio Corrao.
Domani si ricomincia in un’atmosfera nebulosa, considerando che ancora non ci sono le nomine. L’Italia ha bloccato Timmermans alla Commissione: non si accetteranno nomi calati dall’alto, ha detto Conte. Mi scusi: ma calati da chi?
Il cosiddetto “metodo Osaka” non funziona. Abbiamo rispedito al mittente l’idea di un’Europa fortino dove ci sono membri di serie A che decidono e Stati di serie B che calano la testa. Questa era l’Europa dei vari Renzi, Monti e Berlusconi. Il nostro Presidente del Consiglio Conte invece ha portato avanti una battaglia a viso aperto, senza urlare ma facendosi rispettare. All’Europa non chiediamo poltrone ma pari dignità e cambiamento rispetto al passato.
Immaginiamo lo scenario: Timmermans in Commissione e Weber presidente dell’Europarlamento. Che Europa sarà?
L’Europa dell’inciucio. Noi diremo no a questo patto del Nazareno in salsa europa. Popolari e Socialisti insieme hanno perso quasi 100 europarlamentari, hanno perso le elezioni europee e non possono arrogarsi il diritto di decidere per tutti.
E allora come se ne esce?
Il problema non è sui nomi, sono quasi tutti validi e con esperienza, ma nel metodo. Ti dicono: prendere o lasciare, ma in politica non funziona così. Noi vogliamo sapere con quale mandato Timmermans farà il presidente della Commissione. A fare che? Se fa il salario minimo, come è nel nostro programma, parliamone anche se le ricordo che Timmermans è romanista e io sono laziale…
A proposito di divisioni insanabili, non c’è il rischio che i movimenti di rottura come i 5 Stelle contino poco o nulla essendo in minoranza? In altrre parole: si continuerà sulla strada già tracciata da Juncker?
Il rischio di un’Europa sorda che non intercetti i cambiamenti richiesti dai cittadini c’è, eccome! Non stiamo facendo tutti una bella figura, i cittadini si chiedono a cosa servano tutti questi vertici fiume a Bruxelles che hanno solo dei nulla di fatto. L’importante non è chi ricopre il ruolo ma cosa fa per la società.
Si comincia, intanto, a ragionare anche sui gruppi europarlamentari. Non è paradossale la richiesta dei 5 stelle al gruppo di sinistra, vista l’alleanza in Italia con la Lega?
Sono stati loro a contattarci e noi abbiamo accettato il dialogo, come è nella nostra natura.
Alcuni giornali l’hanno raccontata in modo differente…
Il punto è che non eravamo di destra ieri che eravamo in gruppo con Nigel Farage, non saremmo stati di sinistra se fossimo finiti con la GUE. Siamo pragmatici e post-ideologici. Comunque le ricordo che secondo un’analisi di Votewatch, il tasso di affinità tra il Movimento 5 Stelle e la GUE durante la scorsa legislatura è stato pari al 74,5%, il più alto fra tutti i gruppi politici. Quindi nessun paradosso se su austerity, ambiente e difesa delle pmi votano come noi.
Però si ha quasi l’impressione che “nessuno vi voglia”, come detto da alcuni. Alla fine con chi vi alleerete?
Inizieremo la nuova legislatura nei non iscritti. Non è una tragedia anche se non è la posizione ideale per difendere al meglio gli interessi degli italiani. Far parte di un gruppo dà maggiore forza negoziale e dà la possibilità di incidere nei lavori parlamentari. Respingo l’idea di M5S isolato, durante le ultime settimane abbiamo dialogato con molte delegazioni ma non si sono realizzate quelle condizioni politiche necessarie per la formazione di un gruppo.
Da quali battaglie partiranno i Cinque stelle in Europa?
I dati Istat sull’occupazione dimostrano che le misure varate dal Movimento 5 Stelle stanno dando i primi importanti frutti. E questo è senza dubbio un ottimo segnale per avviare lo stesso impegno anche in Europa già da subito. Lavoreremo al Parlamento europeo per dare nuovo impulso alla nostra economia. Sosterremo la nostra agricoltura dai tagli draconiani che la vecchia Commissione aveva in serbo e dobbiamo sostenere le pmi che fanno troppa fatica in questo mondo globalizzato che sostiene solo le multinazionali.