Pari e patta per la Lega. Che piazza il leghista Stefano Corti nel collegio senatoriale Emilia Romagna 5 al posto del Pd Edoardo Patriarca, ma perde il collegio della Calabria dove era stato dichiarato eletto Matteo Salvini, in favore di Michela Caligiuri di Forza Italia. Il segretario del Carroccio, candidato capolista in più circoscrizioni alle ultime Politiche, resterà ovviamente senatore. Ma traslocherà nel Lazio, nel collegio lasciato vacante dalla neo eurodeputata Cinzia Bonfrisco che nel frattempo ha optato per lo scranno di Bruxelles. Guadagneranno invece un seggio i Cinque Stelle, quello rimasto vacante in Sicilia dove il Movimento aveva messo in lista meno candidati dei seggi effettivamente conquistati. Sono le decisioni della Giunta delle elezioni del Senato presieduta da Maurizio Gasparri che, all’esito dei ricorsi presentati dagli interessati, ha deciso di avviare (all’unanimità) la procedura di contestazione dell’elezione di Patriarca e Salvini e di decretare (con 12 voti a 10) l’assegnazione ai 5S il seggio “fantasma” della Sicilia. Conclusioni sulle quali dovrà ora pronunciarsi l’Aula.
IN & OUT. In Emilia Romagna il ribaltone è arrivato dopo che il Comitato incaricato dalla Giunta ha deciso di convalidare 86 schede bianche, 533 nulle e 4 contestate, recuperando 623 preferenze. “Alla luce delle risultanze numeriche”, quindi, il leghista Corti l’ha spuntata per 38 voti sul dem Patriarca, sulla cui elezione è stata aperta la procedura di contestazione. Quanto alla Calabria, riesaminati “tutti i verbali delle 2.416 sezioni elettorali” a cominciare da quelle segnalate nel ricorso della Caligiuri, i due seggi assegnati in sede di proclamazione dall’Ufficio elettorale regionale alla Lega e a Forza Italia “risulterebbero da assegnare entrambi” al partito di Berlusconi. Di qui la contestazione dell’elezione di Salvini, che, come detto, qualora la procedura fosse definitivamente approvata, resterebbe comunque senatore ma del Lazio. Più complicato il caso del seggio fantasma della Sicilia: risultati elettorali alla mano sarebbe spettato ai 5S che però hanno presentato meno candidati dei seggi conquistati sull’Isola. Per analogia con la legge elettorale della Camera la Giunta ha deciso di assegnarlo comunque al Movimento 5 Stelle, ma in Umbria. Su ttutti e tre i casi la decisione finale spetta comunque all’Aula.