“La Commissione europea in passato ha sbagliato molto spesso le previsioni, sia per l’Italia che per altri Paesi, a partire dalla Grecia”. Precedenti, quelli ricordati dal deputato M5S, Raphael Raduzzi, componente della commissione Finanze di Montecitorio, che suonano come un monito nei confronti Bruxelles. Dove in queste ore il premier Giuseppe Conte è impegnato nella delicata trattativa con la Commissione europea per disinnescare la procedura d’infrazione per eccesso di debito avviata contro l’Italia. Senza contare i parametri Ue “in molti casi irrazionali”. Un esempio? Raduzzi non ha dubbi: “Penso in particolare al metodo di calcolo del deficit strutturale e del Pil potenziale”.
Da una parte i rilievi della Commissione Ue sul debito, dall’altra le cifre del Governo italiano. A sentire Conte, la procedura d’infrazione sembrerebbe addirittura ingiustificata. Chi ha ragione?
“Ritengo che i modelli utilizzati dal ministero dell’Economia per prevedere entrate e spese siano abbastanza solidi. La Commissione europea in passato ha sbagliato molto spesso le previsioni, sia per l’Italia che per altri Paesi, a partire dalla Grecia. Ma al di là delle previsioni sul deficit, il tema è se i parametri europei siano razionali o meno. Io credo che in molti casi siano irrazionali: penso in particolare al metodo di calcolo del deficit strutturale e del Pil potenziale”.
Il premier ha reclamato per l’Italia un commissario europeo economico di peso. Non teme che a Bruxelles la pensino diversamente?
“Siamo un grande Paese, fondatore e contribuente netto dell’Unione Europea. Presto alla guida della Bce non ci sarà più un italiano, quindi credo che l’Italia debba farsi sentire per un commissario di peso. Sarebbe assurdo il contrario”.
Con l’assestamento di bilancio l’Esecutivo conta di chiudere il contenzioso con l’Europa. Ma per la fase due della Flat tax occorrerà reperire altre risorse. Dove trovate le coperture?
“Se si copre ogni misura espansiva con minori spese o maggiori entrate non si dà impulso all’economia. Una parte della riduzione fiscale immagino sarà coperta da una riqualificazione della spesa pubblica, ma la parte rimanente per quanto mi riguarda va finanziata in deficit. Nel Contratto di Governo è scritto nero su bianco che il ricorso al deficit è una delle opzioni a disposizione di questa maggioranza. Rispettiamo il Contratto”.
A proposito di taglio delle tasse, Di Maio ha messo sul tavolo anche il taglio del cuneo fiscale. È un modo per concentrare l’intervento soprattutto sul ceto medio come chiedete voi 5S?
“Senz’altro non vogliamo ridurre la pressione fiscale ai ricchi, ma al ceto medio e a chi ne ha più bisogno. Il taglio del costo del lavoro servirà per compensare i maggiori costi che alcune imprese avranno dopo l’introduzione del Salario Minimo Orario. Dobbiamo ricostruire un Patto sociale tra Lavoro e Impresa”.
Intanto però dall’Istat arrivano dati nefasti sulla crescita dell’Italia: rischio calo del Pil anche nel secondo trimestre. Le considera previsioni realistiche e la preoccupano?
“Il rallentamento internazionale è evidente e punisce tutti, chi più chi meno. A inizio anno si diceva che saremmo andati in recessione, ma la nostra Manovra ci consentirà di crescere nonostante le condizioni esterne sfavorevoli. La bassa crescita, in ogni caso, richiede Manovre più espansive non più restrittive”.